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Strage di Bologna, in appello confermato l’ergastolo per Paolo Bellini: per i giudici partecipò all’attentato neofascista alla stazione

Strage di Bologna, in appello confermato l’ergastolo per Paolo Bellini: per i giudici partecipò all’attentato neofascista alla stazione

Paolo Bellini, ex membro del gruppo terrorista neofascista Avanguardia Nazionale, è stato condannato anche nel processo d’appello: è accusato di essere uno degli esecutori della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna in concorso con gli ex Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini e con Licio Gelli, Umberto Ortolani, […]

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Paolo Bellini, ex membro del gruppo terrorista neofascista Avanguardia Nazionale, è stato condannato anche nel processo d’appello: è accusato di essere uno degli esecutori della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna in concorso con gli ex Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini e con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, tutti morti e non più imputabili, ma ritenuti mandanti, finanziatori o organizzatori dell’attentato. La Corte d’assise di appello di Bologna, presieduta dal giudice Alberto Pederiali, ha confermato la pena dell’ergastolo decisa già in primo grado, nell’aprile 2022. La sentenza dell’appello è arrivata dopo sei ore di camera di consiglio. La corte ha ribadito la colpevolezza anche degli altri due imputati: l’ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, accusato di depistaggio, e condannato nuovamente a 6 anni e di Domenico Catracchia, ex amministratore di condomini in via Gradoli, a Roma, accusato di false informazioni al pm al fine di sviare le indagini, condannato a quattro anni.

Prima che i giudici si ritirassero, Bellini aveva rilasciato dichiarazioni spontanee per quasi tre ore, saltando da un argomento all’altro in modo piuttosto confuso. “Se fossi stato implicato nella strage lo avrei confessato, non mi sarebbe cambiato nulla – ha detto -, il marchio di stragista mi era già stato affisso dai giornali e dalla comunicazione giudiziaria. L’influenza della stampa su fatti eclatanti è questo, il marchio a fuoco me lo hanno messo”. E ancora: “Io nei nove mesi di collaborazione con la giustizia ho confessato reati che altrimenti non avrebbero mai scoperto. Io ho collaborato spontaneamente e nessuno sapeva, e parto dal primo reato commesso, quello di Alceste Campanile (militante di Lotta Continua ucciso nel 1975, ndr) che tiro fuori per liberarmi la coscienza e potevo anche non dirlo”.

Nella sua arringa Bellini ha fatto riferimento anche alle stragi del ’92 e del ’93, per cui è indagato a Firenze e a Caltanissetta. “Anche oggi sono stato chiamato in due procedimenti, in uno in qualità di collaboratore, non posso dire altro per rispetto dei magistrati. Gli atti riguardanti le stragi del ’92 e del ’93: è noto perché andai in Sicilia, per il recupero crediti che facevo. E io dovevo recuperare tre miliardi, in Sicilia se non hai le spalle coperte vai a fare il concime per gli agrumi”. Poi ha chiesto di risentire l’ex moglie Patrizia Bonini, che ha fatto crollare il suo alibi riconoscendolo in un video girato in stazione dopo l’esplosione della bomba: “Sono sicuro che messa di fronte all’evidenza delle mie dichiarazioni dirà la verità”. A maggio dell’anno scorso Bellini è stato arrestato – e si trova ancora in custodia cautelare in carcere – proprio per aver minacciato l’ex moglie, nonché il figlio del giudice Francesco Maria Caruso, presidente della Corte d’Assise che in primo grado lo aveva condannato all’ergastolo.

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