World News

Wimbledon: chi è Emma Navarro, l’avversaria di Paolini nei quarti di finale

“Il mio fisio mi dice sempre di concentrarmi sulla respirazione e questo aiuta molto” fa sapere Emma in seguito alla vittoria contro Gauff che l’ha catapultata al primo quarto di finale Slam in carriera. “Ho lasciato che le tante ore di allenamento prendessero il controllo del mio tennis”

“Pensa che sei tu, contro un’avversaria, in un determinato giorno. Come al college”. Peter Ayers, coach di Emma Navarro, stimola a ragionare in questo modo. Emma ascolta, comprende, assimila queste parole al meglio e quando è il momento di dare loro vita, non fallisce. Bene per lei, dolori per le altre.

Al college si gioca un incontro a settimana spiega la statunitense in conferenza stampa dopo l’eccellente successo in due set, agli ottavi di finale di Wimbledon, contro la numero 1 d’America e seconda giocatrice al mondo, Coco Gauff. Non ci sono turni. Non si può costruire il proprio tennis e la propria fiducia con il passare degli incontri. Pensarla così mi ha aiutata. Vedere la partita non per quello che rappresenta ma solamente per quello che è: un match. Slegato quindi dalle altre sfide e dal torneo che stai disputando”.

Questo mindset, settimana dopo settimana, sta regalando i meritati frutti a Emma. A inizio anno numero 32 del mondo, Navarro ha scalato la classifica con il passare dei mesi, sino ad arrivare attualmente al best ranking di numero 17 WTA (virtualmente numero 14). Ormai è tra le più forti, è diventata una di quelle da temere. Ben tre volte nell’ultimo anno delle top 10 sono cadute sotto i suoi colpi studiati, ben calibrati ed eseguiti con precisione. La già citata Gauff a Wimbledon, Aryna Sabalenka a Indian Wells e lo scorso settembre Maria Sakkari a San Diego.

La prossima occasione sarà con Jasmine Paolini, numero 7 al mondo, nei quarti di finale dei Championships. “Il nostro tennis parlerà per noi”, le parole della saggia ma giovane statunitense in vista del suo primo quarto di finale Slam in carriera. “Jasmine è stata in un palcoscenico del genere poco tempo fa (ha fatto finale al Roland Garros, ndr), ma non so se questo sarà un vantaggio. Io in ogni caso sono pronta”. Nessun timore reverenziale quindi per Emma, che fino a questo momento ha nel palmares ‘solamente’ un titolo WTA conquistato a Hobart a inizio 2024. Ma la minor esperienza sembra non spaventarla.

In seguito al primo e unico titolo, i risultati si sono sviluppati in crescendo. Con pazienza, mese dopo mese. Terzo turno all’Australian Open, ottavi a Doha (WTA 1000) e l’ennesimo passo avanti a Indian Wells con i primi quarti di finale 1000. Poi, un periodo non eccellente sulla terra rossa europea che però ha trovato riscatto al Roland Garros, dove ha raggiunto gli ottavi. Primi per lei a livello Slam. Un mese dopo, ecco i primi quarti Major a Wimbledon, raggiunti in seguito a un riscaldamento sull’erba di Bad Homburg (WTA 500) in cui ha fatto semifinale. Insomma, si va sempre più in alto. Scalino dopo scalino.

Classe 2001, Emma ha inciso per la prima volta il suo nome nell’albo d’oro di un torneo del circuito minore nel 2017, all’età di 16 anni. E lo ha fatto in doppio, nella terra verde di Charleston, città della Carolina del sud dove lei abita. La stessa città in cui, dal 2001, si svolge il Credit One Charleston Open. Sponsorizzato, appunto, dalla Credit One Bank di proprietà di Ben Navarro, imprenditore miliardario con origini spagnole. Filantropo, fondatore e CEO di una società globale di servizi di investimento, di una società di ristoranti, hotel e luoghi di intrattenimento e investitore a livello sportivo. Nonché padre di quattro figli: una delle quali proprio Emma.

Capace di arrivare in finale di doppio all’Australian Open junior nel 2019 e abile nel portare a casa il titolo di singolare e di doppio, sempre junior, al Roland Garros dello stesso anno, la statunitense ha dovuto aspettare più di due anni prima di affermarsi nel circuito professionistico. Complici la pandemia e i conseguenti pochi tornei da disputare, Navarro ha intascato il primo dei sette titoli ITF a novembre del 2021 (a Orlando, in Florida), due mesi dopo il suo esordio a livello Slam allo US Open – tabellone principale grazie a un WC – in cui perse all’esordio.

Per rivederla in un’occasione simile bisogna aspettare altri due anni, ovvero sino al Roland Garros 2023. Trovato un buon tennis già nella settimana precedente a Strasburgo, dove ha raggiunto i primi quarti di finale WTA in carriera, Emma ha ricevuto conferme al Roland Garros. Proprio a Parigi, infatti, si registra la sua prima vittoria Slam. Poche settimane dopo è arrivata la semifinale sull’erba di Bad Homburg, la prima a livello WTA, e in settembre ancora il penultimo atto a San Diego, torneo WTA 500. Questo risultato le ha consentito di entrare per la prima volta tra le top 50 al mondo. Il resto della storia è già noto a chi è arrivato fin qua.

Una ragazza tranquilla quindi, che lascia scorrere il suo tennis – senza evidenti difetti tecnici – attraverso la sua indole pacata. Nei suoi occhi gentili l’equilibrio del suo gioco, accompagnato da un animo tanto pacifico quanto grintoso. Anche se, a guardarla mentre si trova nel campo da gioco, non si direbbe. Mi sono sentita più a mio agio di quanto potessi pensare ha detto Navarro in conferenza stampa parlando della vittoria su Coco. Ho lasciato che le tante ore di allenamento prendessero il controllo dell’incontro.

Dunque, a mente libera e fresca, fidandosi delle proprie abilità, Emma si è giocata l’opportunità di accedere al primo quarto di finale Slam della sua vita. Nel Centre Court di Wimbledon e contro la numero 2 al mondo. In questo modo di agire, apparentemente banale, si cela invece tutta la sua maturità.

Questo però non vuol dire che Navarro abbia giocato di puro istinto. “Il mio obiettivo era essere aggressiva sul suo dritto e credo che lei volesse fare lo stesso con me. Per questo ci siamo trovate a scambiare molto sulla diagonale del dritto”. Una giusta analisi quella della statunitense, che apprezza molto questo genere di testa a testa. “Amo i match come questo dove non si tratta solamente di disputare una gara in cui si colpiscono palline. Qui c’è stata tattica, strategia, un po’ come in una partita di scacchi. Volevo che lei si sentisse sotto pressione anche quando metteva la prima in campo e lo stesso in risposta: cercavo di giocarle sul dritto. In generale volevo stare con i piedi vicino alla linea di fondocampo, così da rubarle il tempo.

In tutto questo sforzo mentale e fisico, però, è fondamentale ricordare che Navarro rimane composta, uniforme. Sempre. Mi viene naturale, non serve che io lavori su questo. La scorsa estate ho avuto a che fare con molte emozioni a causa delle prime volte in grandi palcoscenici”. Un semplice trucco, però, l’aiuta quando le sensazioni potrebbero prendere il sopravvento sul suo equilibrio. Il mio fisio mi dice di concentrarmi sulla respirazione. Funziona, è molto utile.

Martedì la sfida che deciderà chi tra Emma e Jasmine accederà alla prima semifinale in quel di Wimbledon. Da una parte la stabilità d’animo, dall’altra il fuoco dell’agonismo. Un dualismo visto e rivisto nel tennis. Ma mai banale. Se viene in mente qualche altro nome si capisce subito il perché.

Читайте на 123ru.net