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Rapisce la ex e il figlio di 5 anni, la difesa di Ardair: «Non volevo fare male a nessuno»

Rapisce la ex e il figlio di 5 anni, la difesa di Ardair: «Non volevo fare male a nessuno»

foto da Quotidiani locali

«Non volevo fare male a nessuno». Si è difeso così di fronte al Gip di Trento Tari Ardair, accusato di sequestro aggravato e violenza privata: non ci sarebbe stata alcuna volontà delittuosa, nessuna intenzione di compiere violenza o di ferire la donna e il bambino.

Con questa versione il 33enne ha preso posizione sui fatti che lo hanno condotto all’arresto.

Ardair venerdì 5 luglio ha infatti sequestrato a Borgoricco l’ex amante 26enne e il figlio di lei, di 5 anni.

Dopo il rapimento, l’uomo di origini albanesi ma residente a Silea, nel Trevigiano, si è lanciato in una corsa di cento chilometri finita con un blitz dei carabinieri che hanno salvato gli ostaggi a Grigno, Trento. Il sospetto degli inquirenti è che il sequestratore avesse tutta l’intenzione di giustiziare la donna, il figlio e il marito di lei.

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Ma l’indagato, seguito dal legale del foro di Treviso, l’avvocatessa Sara Scattolin, al momento si sarebbe difeso smentendo tale versione. Ha anzi affermato che non fosse sua intenzione fare del male a nessuna delle persone rapite.

L’uomo avrebbe invece organizzato l’azione criminale per creare un’occasione in cui poter spiegare il suo punto di vista sui trascorsi affettivi con la 26enne.

Tra Ardair e la donna c’era stata una frequentazione di circa un anno e mezzo: mentre lei era ancora sposata col marito, in un momento di difficoltà della coppia sarebbe anche andata a convivere con Ardair tra il marzo e il settembre del 2022.

Quando la donna ha però scelto di tornare dal marito, il 33enne ha manifestato una vera e propria ossessione.

L’uomo è stato quindi denunciato per stalking e violenza sessuale: per il primo reato è giudicato colpevole in primo grado nel luglio 2023, mentre per il secondo, la violenza sessuale, viene prosciolto perché per la magistratura il fatto non sussiste.

È condannato a 1 anno e 8 mesi, che sconta parzialmente nel carcere di Santa Bona di Treviso fino al primo maggio scorso. All’uscita, l’ossessione per la 26enne è ancora presente. Non è ancora chiaro con quali tempistiche (che di fatto potrebbero permettere di contestare la premeditazione) ma acquista due congegni Gps per monitorare le auto della donna e del marito.

L’auto utilizzata per la fuga è la Mercedes della 26enne, per il cui gesto Ardair è indagato per rapina aggravata.

Nell’auto dell’uomo, che resta a Borgoricco, vengono poi trovate dagli inquirenti fascette e mazza da baseball: strumenti che quindi Ardair non ha con sé durante la fuga.

La donna ha riferito di essere stata trattenuta sotto la minaccia di un coltello: arma che però, durate il blitz dei carabinieri e nelle perquisizioni, non è stata ritrovata.

Possibile che il 33enne se ne sia sbarazzato in corsa? Essendo all’oscuro di essere pedinato dai militari in borghese, perché liberarsene prima di arrivare al rendez vous con il marito della donna, se voleva ucciderli? I carabinieri in questi giorni stanno passando al setaccio un tratto di strada vicino a Primolano (Vicenza), luogo in cui si sospetta che Ardair possa essersi sbarazzato del coltello.

Nel frattempo l’8 luglio è stata convalidata la custodia cautelare dal Gip di Trento, Gianmarco Giua, ma la magistratura della provincia autonoma si è dichiarata incompetente nel giudicare i fatti: essendo i reati avvenuti prevalentemente nel Padovano, il fascicolo sarà affidato alla procura della città del Santo. Di conseguenza, nei prossimi venti giorni il Gip di Padova dovrà inoltre convalidare nuovamente la custodia cautelare. Ardair è accusato di sequestro aggravato dalla presenza di minore, oltre che di rapina e violenza privata.

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