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Nulla di fatto per l’asilo di Roiano: il Consiglio comunale dopo ore di dibattito rinvia la discussione a settembre

Nulla di fatto per l’asilo di Roiano: il Consiglio comunale dopo ore di dibattito rinvia la discussione a settembre

La raffica di emendamenti dell’opposizione blocca per ora l’ingresso dei privati voluto dalla giunta

TRIESTE La discussione della delibera sulla gestione pubblico-privata del futuro asilo nido di Roiano, «come uno studente impreparato», è rimandata a settembre. «In più di vent’anni non ho mai visto sceneggiate simili», tuona il sindaco Roberto Dipiazza, ma il centrosinistra mette zero in condotta. «È l’ennesima riprova dell’incapacità di governo di questa giunta», ribatte il dem Francesco Russo. «Questa è la sconfitta più sonora incassata dal centrodestra negli ultimi anni».

Il verdetto arriva alle 19.20, quando sui volti dei consiglieri c’erano tutte e nove le ore del serrato dibattito che li aveva impegnati fin dalle 10 di ieri mattina, dopo un primo round combattuto la settimana scorsa tra stoccate e linguacce, poi sospeso alle tre del mattino.

Alcuni consiglieri ieri (lunedì 8) mattina erano quindi usciti di casa portandosi dietro il pranzo e la cena, mentre per chi era a corto di tupperware ci hanno pensato educatori e genitori del rione di Roiano – presenti in aula – a distribuire biscotti, cracker e bibite. Ai soli consiglieri di opposizione, chiaramente.

Tutta l’aula del Consiglio comunale era del resto pronta all’ostruzionismo più aggressivo del centrosinistra, pronto a usare ogni strumento consentito dal regolamento pur di rimandare a oltranza il voto alla delibera dell’assessore meloniano a Educazione e famiglia Maurizio De Blasio, che propone di assegnare a privati 33 dei 66 posti dell’asilo che sorgerà nell’ex caserma Polstrada.

«Questa discussione è una vera e propria trincea», commenta duramente il capogruppo di At Riccardo Laterza. «La privatizzazione del nido di Roiano – attacca – sarebbe il superamento di una linea rossa, il punto di non ritorno nello smantellamento dei servizi educativi per i più piccoli. E infatti, alla fine, la delibera è stata rinviata a settembre: come uno studente impreparato».

Arrivati alla nona ora di dibattito sono stati discussi solo due dei 107 emendamenti presentati dall’opposizione (e ritenuti ammissibili). Il primo è tuttavia proposto dalla forzista Angela Brandi, unica nel centrodestra a dirsi contraria alla privatizzazione dell’asilo nido. La consigliera chiede di modificare le tempistiche dell’affidamento: non sei anni ma tre più tre.

Solo su questo punto l’aula si divide per sei ore (e a questo ritmo, per discuterli tutti, ci sarebbero voluti più di 25 giorni): in tutto infatti ci sono almeno venti interventi, due pregiudiziali e due sospensioni dei lavori, oltre a un confronto serratissimo tra il presidente del Consiglio Francesco Panteca e la dem Rosanna Pucci, a tanto così dall’essere accompagnata fuori.

Il centrosinistra non accennava a mollare: muro di pietra tra arringhe e affondi pur di affossare una delibera che «non tutela le famiglie, né i bambini e tanto meno le lavoratrici del futuro asilo», accusa la capogruppo M5s Alessandra Richetti, proponente a sua volta di un emendamento migliorativo sul «controllo della qualità».

Alla fine è stato il capogruppo forzista Alberto Polacco a farsi avanti con la mozione d’ordine, accolta a maggioranza, di rinviare la discussione. Entro settembre. In ogni caso, precisa l’azzurro, anche quando si andrà al voto «non ci sarà alcuna esternalizzazione nei nidi già esistenti, e in futuro non si avranno questo tipo di soluzioni: una richiesta che arriva dal mondo dell’educazione e sindacale, e accogliamo».

Alla fine «prevale la ragionevolezza», commenta il capogruppo di Punto Franco Paolo Altin, sempre «convinto che non c’è alcuna ragione perché questo nido debba essere gestito da un privato». Il dem Russo è ancora più netto. «La giunta Dipiazza – rilancia – ha fatto un clamoroso passo indietro, così come richiesto dai cittadini, dai sindacati e anche da un pezzo del centrodestra». Il quale, quindi, si riserva del tempo, mentre i lavori continuano a porte chiuse su questioni di bilancio e immobiliare. «Adesso – dice Russo – c’è lo spazio per riscrivere una delibera che garantisca di aprire in tempo il nido di Roiano, e di stabilizzare il personale»

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