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Mestre, nuove linee di trasporto con priorità: ecco il bus rapid transit

Al via, tra commissioni comunali e Municipalità, la discussione sul Piano urbano della mobilità sostenibile, il grande strumento urbanistico - della durata di 10 anni - che deve indicare come ci muoveremo tra Venezia e Mestre da qui al 2030.

Quattro nuove linee

Tra le novità del piano, illustrato dall’assessore alla Mobilità Renato Boraso, vi è il progetto “BRT”, acronimo che sta per Bus rapid transit, nuovo sistema di trasporto che stanno sperimentando San Sebastian in Spagna, Nantes in Francia e in Italia già scelto da Taranto (cantieri avviati dal ministro Salvini) e Pesaro.

Si tratta di autobus elettrici o ad idrogeno, di grande capacità, che viaggiano su corsie preferenziali con priorità ai semafori e sono ad accesso facilitato (come avviene già per il tram) e con bigliettazione elettronico e telematica.

Quattro le linee ipotizzate: il “BRT” potrebbe correre lungo via Miranese, via Castellana, via Fratelli Bandiera e via Orlanda arrivando fino al Bosco dello sport (la cittadella di stadio e palazzetto) fronte aeroporto. Ma servirà ammodernare le strade. Oggi il tram, con le sue due linee, non ha corsie riservate.

Microstazioni

Altra idea è quella di attivare alle fermate più frequentate delle microstazioni intermodali dove prendere i bus veloci lasciando la bici privata in parcheggi protetti; oppure dove ricaricare l’auto elettrica o ibrida e trovare pure il locker dell’e-commerce per il ritiro dei pacchi prenotati e consegnati dall’azienda di logistica con la cargo bike.

Sistema ferroviario

Strategico è il trasporto ferroviario che va potenziato a nord e sud della stazione di Mestre. I cantieri della nuova stazione sono previsti ad inizio 2025.

Tra le proposte più corse da Adria, Castelfranco, Mira Bus e con nuovi interscambi tra ferrovia ed acqua a Santa Chiara. Si studia la riattivazione del fascio di binari di Santa Marta.

I nuovi terminal

Nel Pums comunale, a conferma di quanto previsto in quello metropolitano, vengono tutti riconfermati i terminal terra-acqua. Ovvero il grande, e discusso, hub Pili/San Giuliano per alleggerire il peso del traffico sul ponte della Libertà.

Ai Pili bus turistici e commerciali diretti a Venezia e vaporetto ecologico per San Basilio; a San Giuliano bus turistici e l’eco battello per San Giobbe.

E poi il potenziamento del terminal di Fusina e la riconferma del terminal del Montiron di collegamento a Burano, ma, precisano assessore e tecnici, «esclusivamente a servizio dei residenti».

Fondamentale anche il terminal anche a Tessera. Il Comune ribadisce di voler alleggerire il ponte della Libertà e piazzale Roma ma anche attivare nuove linee veloci di navigazione tra la terraferma e il Lido di Venezia.

Per il traffico acqueo si prevede di ridurre il peso delle imbarcazioni in Rio di Cannaregio e Canal Grande. Si parte dai vaporetti di Avm ma si intende coinvolgere anche taxi, trasporto merci e mezzi privati nella rivoluzione ecologica, puntando su battelli elettrici o ad idrogeno. Per ridurre il moto ondoso c’è la “Onda zero”.

Zone 30 e sharing

Tornando in terraferma riconfermate le zone 30 a Mestre, dove la velocità dei veicoli scende ben sotto i 50 chilometri orari. 24 in terraferma: 5 a Marghera, 8 a Favaro, 4 a Mestre, 7 a Chirignago-Gazzera.

E poi 70 nuove rotatorie in città. Entro il 2030 l’obiettivo è di arrivare a 364 chilometri di piste ciclabili (oggi tra esistenti e in via di realizzazione siamo a 204 km). Potenziati i servizi in sharing: dalle bici ai monopattini.

Il percorso

Il Pums è un lavoro di indirizzo, «fondamentale per candidarsi a fondi ministeriali ed europei che tramutino in realtà quel che vi è scritto», precisa Boraso che spera di arrivare entro fine anno all’adozione da parte della giunta comunale con i successivi 2 mesi per le osservazioni dei portatori di interesse.

Dopo cinque anni di studi, ora si entra nella fase di vera discussione.

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