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Truffa milionaria con la vendita di auto: in dieci a processo. Ecco chi sono

È stata rinviata a giudizio, dal Gup di Udine Roberta Paviotti, la maggior parte degli imputati – complessivamente 13 – chiamati a rispondere, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata a reati fiscali, truffa e falso sulla vendita di automobili, per un totale di oltre dieci milioni di euro di profitti e di un centinaio di vittime.

Uno degli imputati ha invece patteggiato la pena, mentre per altri due è stato dichiarato competente il tribunale di Gorizia ed è stata stralciata la posizione di imputato poiché irreperibile.

Degli imputati, soltanto sei risiedono in regione: Andrea Frecentese, 47 anni, di Pordenone (assistito dall’avvocato Massimo Cescutti); Alessandra Labanca, 46, e Davide Agnoluzzi 29, entrambi di Codroipo, Francesco Perna, 60, di Pordenone, Strukelj Lorenzo Minini, 38, di Savogna d’Isonzo, e Piero Mazzolo, 48, di Udine.

Nei guai, anche Marco Fois, 56, Manuela Messina, 45, e Joan Paolo Casula, 45, tutti di Anzio, Fabrizo Bruno, 59, e Stefano Miozzi, 54, entrambi di Nettuno, Michela Lucarelli, 41, e Walter Fois, 31, entrambi di Roma.

Stando alla ricostruzione accusatoria del procuratore aggiunto di Udine, Claudia Danelon, l’attività del sodalizio si sarebbe suddivisa in due filoni: quello dell’evasione dell’Iva (per un ammontare complessivo di circa 6,5 milioni), attraverso le società “Auto Wagen srl”, “Global Service srls” e “Car&Car srls”, e quello delle truffe, riconducibili sia alla mancata consegna di auto nonostante i contratti d’acquisto, sia alla vendita di vetture cui era stata ridotta la percorrenza chilometrica indicata dalla strumentazione di bordo.

Le finalità illecite venivano attuate dagli associati servendosi di soggetti interposti, privi di capacità patrimoniali e finanziarie (“Auto Wagen srl”, “Global Service srls” e “Car&Car srls”) e sedi legali fittizie con cui operavano attraverso l’acquisto delle auto, soprattutto in Germania e, per effetto delle disposizioni disciplinanti gli acquisti intracomunitari (“reverse charge”), ciò avveniva in un contesto di sostanziale esenzione del pagamento dell’Iva.

La contestuale fraudolenta immatricolazione dei veicoli presso uffici pubblici della motorizzazione civile, attraverso documentazione falsa, e la rivendita.

In particolare, a capo dell’associazione a delinquere vi erano Bruno, Frecentese e Marco Fois, che avevano creato le società “Auto Wagen srl”, “Global Service srls”, “Car&Car srls” e “Autopiù srls” e dirigevano tutte le operazioni truffaldine. Le direttive venivano principalmente impartite da Bruno (difeso dagli avvocati Massimo Biffa e Gaetano Marina), considerato dagli inquirenti la mente dell’organizzazione.

Frecentese, invece, gestiva le attività di commercializzazione delle auto negli autosaloni delle imprese, iterfacciandosi di persona con gli acquirenti . Fois (assistito dall’avvocato Italo Montini), infine, socio unico e amministratore delle società “Auto Wagen srl”, “Global Service srls” e “Car&Car srls” ricopriva un ruolo esecutivo: ritirava, ad esempio, gli autoveicoli all’estero.

L’udienza, davanti al tribunale collegiale presieduto dal giudice Paolo Milocco, è stata fissata per il 24 settembre. Lucarelli (assistita dall’avvocato Claudio Borgiani) ha patteggiato un anno e quattro mesi (con la condizionale) per le ipotesi di falso e non luogo a procedere per quelle di associazione a delinquere, mentre Minini e Frecentese (solo per due imputazioni relativamente a evasione fiscale e falso) saranno giudicati Gorizia. Stralciata, infine, la posizione di Mazzolo in quanto irreperibile.

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