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A Codroipo arrivano gli educatori di strada per contrastare le baby gang

A Codroipo arrivano gli educatori di strada per contrastare le baby gang

foto da Quotidiani locali

Educatori di strada contro le baby gang. Due operatori che opereranno nei luoghi del capoluogo del Medio Friuli in cui gruppi di giovani - spesso giovanissimi - si ritrovano.

E commettono vandalismi, assumo atteggiamenti strafottenti nei confronti dei coetanei e - in alcuni casi - si danno appuntamento per venire alle mani.

Si chiama “Yos” (Youth on street) l’iniziativa avviata dal Comune di Codroipo (e parzialmente finanziato con i fondi 5 per mille) che rientra, come ha illustrato l’assessore Paola Bortolotti, nel più ampio progetto “Rigenera”, un insieme di azioni direttamente promosse o coordinate dal Comune di per il potenziamento dell’area degli Impianti base, per contrastare i fenomeni di degrado e pianificarne il futuro sviluppo anche attraverso un potenziamento dell’illuminazione pubblica e a un aumento delle telecamere.

Le due figure professionali della cooperativa Itaca, a cui è stato affidato il servizio, sono impegnate a contrastare il disagio giovanile lavorando in rete con le associazioni e le istituzioni educative del territorio.

Sono già entrate in servizio in particolare nell’area degli impianti base,in quella dell’autostazione delle corriere e del parco di via Pola. Come ha illustra l’assessore Bortolotti, «si rivolgeranno in particolare ai ragazzi dai 14 anni, che vivono, studiano e passano il loro tempo libero a Codroipo. Saranno gli educatori a rivolgersi ai ragazzi andando dunque direttamente nei luoghi in cui si ritrovano.

Un lavoro il loro che i baserà sulla relazione e non sul giudizio che permetterà ai ragazzi di sentirsi liberi di affrontare molti tempi come amicizie, relazioni, famiglia e alcuni anche intoccabili come sessualità, legalità, sostanze psicoattive».

Gli educatori (il cui servizio terminerà il 31 dicembre 2026) hanno già partecipato a tutta una serie di incontri con le forze dell’ordine, le associazioni locali, l’Istituto comprensivo, l’istituto superiore Linussio, la parrocchia, il servizio sociale dei Comuni, il Distretto sanitario e gli altri Enti di riferimento del territorio.

«Gli educatori – riferisce la coordinatrice Lisa Dressi – stanno vivendo già in prima persona quelle situazioni o iniziative in cui si può entrare in contatto con i giovani, che sono i veri protagonisti di questo progetto.

Un progetto che richiede tempo per creare relazioni di fiducia fondamentali per favorire nei ragazzi del territorio, la scelta di stili di vita positivi, offrendo strumenti e opportunità per un’analisi critica dei propri comportamenti nonché dei fattori sociali e culturali che li condizionano».

Si punta, dunque, con una presenza costante sul territorio ad «umentare la capacità di intercettazione delle situazioni a rischio o critiche dei ragazzi favorendo l’individuazione precoce di forme di disagio emergenti, rafforzando i fattori protettivi e l’accesso a opportunità da parte loro promuovendo così la costruzione di un patto educativo di comunità con il territorio coinvolgendoli nei processi di progettazione partecipata.

Dopo una prima fase in cui gli educatori presenzieranno alle varie attività che si svolgeranno nel capoluogo del Medio Friuli, nella seconda individueranno le aggregazioni informali e le loro caratteristiche per creare “agganci” con i ragazzi stabilendo priorità e obiettivi di intervento con la proposta, nella terza fase, di ulteriori azioni, attività e opportunità progettate a partire dai bisogni raccolti.

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