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Braida benedice la nuova Apu: «È arrivata gente di valore»

Sembra la Tezenis Verona, ma è l’Apu Old Wild West. Tre dei nuovi acquisti bianconeri (Xavier Johnson, Francesco Stefanelli e Giovanni Pini) hanno un recentissimo passato alla Scaligera, il totale diventa di cinque unità contando i confermati Lorenzo Caroti e Matteo Da Ros.

A garantire per la colonia di ex veronesi è Giacomo Braida, preparatore atletico udinese reduce da quattro stagioni alla Tezenis con trascorsi alla Snaidero e alla Gsa.

Il primo a passare sotto la lente d’ingrandimento del 57enne Braida è Xavier Johnson: «Per me è un americano top per la categoria. “Saverio”, insieme a Karvel Anderson, è stato determinate nel 2022 nella finale che Udine ricorda bene.

L’Apu ha preso il meglio nel ruolo di ala grande: è un agonista, sa giocare sia fronte che spalle a canestro. Dal punto di vista fisico è integro, a Verona ebbe un problema a un ginocchio che lo tenne fuori un mese, ma senza strascichi.

Ricordo anche la frattura alla mano in gara tre della finale con Udine: volle giocare a tutti i costi gara quattro, sinceramente non ricordo americani disposti a giocare con una mano fratturata.

Ramagli lo definì un uomo vero. Aggiungo una cosa: a dispetto delle voci che girano, posso affermare che Johnson p un bravo ragazzo, non è tipo da vita notturna».

Lo zoom di “Jack” Braida si sposta su Giovanni Pini: «L’Apu si è assicurata un ottimo centro. Mi sbilancio: al pubblico non piacerà tanto, in compenso piacerà moltissimo al coach. “Giò” fa il lavoro che il pubblico non vede, è un generoso e si sbatte con e per la squadra.

Il classico pivot che non stoppa e non schiaccia, quindi non fa vendere biglietti, ma fa vincere le partite. In più è una persona a modo: con lui, Johnson, Bruttini e Da Ros, che tecnicamente è una spanna sopra a tutti, l’Apu ha un reparto lunghi invidiabile e ben assortito».

Pollice in alto anche per Stefanelli: «Lui è un uomo squadra, altro ottimo acquisto di Udine. Francesco è bravo come tiratore e questo si sa: mi piace sottolineare che è un giocatore capace di prendere falli e contatti, inoltre capisce bene la pallacanestro».

Il “trapianto” di ex veronesi a Udine, insomma, sembra una felice intuizione: «È gente di valore – chiosa Braida – sia in campo che fuori. Sanno fare gruppo e sanno come si vince».

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