Il summit Nato si apre con nuove incertezze su Kiev. 41 morti negli attacchi russi. Biden: “Faremo annunci” (e presta 2 mld alla Polonia)
Il vertice Nato a Washington, nel 75° anniversario dell’Alleanza, si apre con due incertezze in più. Da un lato, quella relativa al futuro politica statunitense, con le pressioni sempre più forti su Joe Biden perché ritiri la candidatura per le elezioni del 2024 e la previsione speculare di un ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Dall’altro, l’instabilità del fronte della guerra in Ucraina, dove il devastante attacco russo su Kiev di lunedì è stato visto come un segnale di una capacità militare russa tutt’altro che ridotta, e ha risvegliato i timori sulle capacità di Kiev di resistere all’offensiva russa sulle regioni dell’est del Paese, rallentata rispetto ai mesi scorsi ma costante.
Le vittime del massiccio attacco missilistico contro un ospedale pediatrico a Kiev sono 38, secondo la stima fornita dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, tra cui tre bambini. 190 i feriti. Altri attacchi in diverse regioni ucraine nella notte hanno aggiunto almeno 4 vittime. Secondo le autorità di Kiev, dall’inizio del conflitto sono morti 559 bambini.
Dalla Polonia, dove era in visita per firmare un accordo di sicurezza con il premier Donald Tusk, ieri Zelensky ha lanciato un nuovo appello agli Alleati, chiedendo più armi e meno restrizioni sulla possibilità di colpire siti militari dentro il territorio russo (possibilità che è stata accordata alle forze di Kiev entro i 100 km dal confine).
Il presidente statunitense Biden ha definito lunedì l’attacco contro l’ospedale ucraino un “orribile promemoria della brutalità della Russia”, sottolineando in una nota che, a margine del vertice Nato, incontrerà il presidente Zelensky e annuncerà nuove misure per rafforzare le difese aeree dell’Ucraina, per rinsaldare il sostegno “incrollabile” degli Usa in Ucraina. Negli Usa e a Kiev, però, in molti ritengono che questa posizione della Casa Bianca sarà modificata in caso di vittoria di Donald Trump, probabile secondo i sondaggi.
Patriot, F-35 e Abrams alla Polonia – Un primo segnale sulla ferma volontà dell’amministrazione Biden di continuare a sostenere l’alleato ucraino attraverso la via delle armi è arrivata già lunedì. Gli Stati Uniti hanno annunciato che forniranno alla Polonia un prestito di 2 miliardi di dollari per l’acquisto di armi. Nella lista delle forniture ci trovano caccia F-35, sistemi missilistici antiaerei Patriot e carri armati Abrams, tutti asset di produzione americana.
Il prestiti del fondo di finanziamento Usa agli alleati (Foreign Military Financing), ha spiegato il Dipartimento di Stato Usa, mira a promuovere “lo sforzo di modernizzazione militare della Polonia in un’ampia gamma di capacità, contribuendo sostanzialmente al rafforzamento della difesa e della deterrenza del fianco orientale della Nato”. Ma l’accordo consente anche a Varsavia di rimpiazzare le armi e i mezzi che ha fornito a Kiev durante questi due anni di guerra.
Il risultato più significativo del vertice tra Zelensky e Tusk, tuttavia, è la clausola dell’accordo di sicurezza che consente alla Polonia di colpire i missili e droni russi nello spazio aereo ucraino, di fatto collaborando attivamente alla difesa aerea del Paese, ma anche moltiplicando i rischi di coinvolgimento nel conflitto.
Le contromosse dell’asse orientale: Modi a Mosca, Xi riceve Orbán – Mentre il premier ungherese Viktor Orbán ha proseguito la sua visita da “dissidente” dell’Ue (dove ricopre per sei mesi la carica temporanea di presidente) in Cina, incontrando il presidente Xi Jinping, Vladimir Putin ha ricevuto al Cremlino il primo ministro indiano Narendra Modi. Per Zelensky “un’enorme delusione e un colpo devastante agli sforzi di pace”.
Attacchi ucraini in territorio russo –Martedì mattina è scoppiato un lancio di droni da parte ucraina ha provocato in un deposito petrolifero nella regione russa di Volgograd, nella città di Kalach-sul-Don. Secondo i media russi, nella notte c’é stato un attacco con droni nella regione di Volgograd e circa un’ora più tardi è stato reso noto che un incendio era scoppiato in deposito petrolifero . I russi hanno comunicato di aver abbattuto 38 droni nella regione di Belgorod: non tutti i dispositivi sono stati intercettati e quelli andati a segno avrebbero ucciso almeno almeno 4 persone.
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