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Bonifica ex Snia, dalla Regione oltre 650mila euro per avviare il piano

PAVIA. Regione Lombardia stanzia 675mila euro per avviare le indagini e le analisi sui terreni contaminati dell’ex Snia. L’assessore regionale all’Ambiente Giorgio Maione lo aveva annunciato lo scorso giugno, durante un sopralluogo nell’area di circa 186mila metri quadri di viale Montegrappa, abbandonata da quarant’anni. E ieri è arrivata la conferma dalla giunta Fontana che ha stanziato dei fondi per procedere al piano di caratterizzazione, primo passo verso la bonifica. Uno stanziamento previsto all’interno di una delibera che ha approvato il programma economico finanziario degli interventi sui siti contaminati. Del piano di caratterizzazione si sarebbe dovuto occupare la proprietà. Ma il fallimento della Borgosnia, la società proprietaria del lotto maggiore, pari al 61% della superficie, ha fatto allungare i tempi per le indagini sugli inquinanti nel suolo e nelle acque, preliminari alla bonifica. Bonifica che sarà estremamente complessa e i cui costi potrebbero aggirarsi tra i 20 e 30 milioni. Ora si procederà con carotaggi e con il posizionamento di piezometri per accertare i livelli di inquinamento. “E’ un primo grande passo verso la bonifica del sito – precisa Maione -. La caratterizzazione è necessaria per capire come calibrare gli interventi futuri e per avere massima chiarezza massima della situazione. Stiamo sbloccando su tutto il territorio regionale opere ambientali attese da decenni. La ex Snia Viscosa è una delle priorità assolute”. “Regione Lombardia dimostra ancora una volta, con questo grande investimento per la ambientale del territorio di Pavia, attenzione e capacità di trovare in tempi brevi soluzioni concrete per il bene delle comunità locali – sottolinea Alessandro Cantoni, consigliere regionale di Lombardia Ideale e presidente della Commissione Ambiente -. La delibera di giunta stanzia quasi 700 mila euro per la caratterizzazione del sito. Ringrazio l’assessore Maione per aver portato avanti con forza un lavoro che consentirà all’amministrazione comunale e ai soggetti interessati di concludere un’azione di risanamento attesa da anni”. La Snia è stata una città nella città che ha fatto la storia operaia del Novecento a Pavia. L’attività, avviata a metà del 1800, si occupava principalmente della produzione di fibre artificiali derivanti dal trattamento chimico della cellulosa. Il primo piano di caratterizzazione, approvato nel 2002, aveva evidenziato la contaminazione dei suoli (metalli, idrocarburi, IPA, PCB e diossine) e delle acque di falda (metalli, solfati, idrocarburi, IPA, composti alogenati) e il sito è, pertanto, classificato come potenzialmente contaminato. Stefania Prato

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