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Botte e waterboarding all’ex fidanzata, la difesa al contrattacco: «Si incontrano ancora»

Botte e waterboarding all’ex fidanzata, la difesa al contrattacco: «Si incontrano ancora»

foto da Quotidiani locali

PAVIA

Una lunga lista di testimoni dell’accusa, ma anche un ordine di esibizione, chiesto dalla difesa, dei registri di un hotel per un incontro che imputato e vittima avrebbero avuto pochi mesi fa. È cominciato con queste premesse il processo, davanti alla giudice Elena Stoppini, per un 45enne di Pavia accusato di avere inflitto alla sua ex, una maestra d’asilo di 46 anni, violenze quotidiane in due anni di fidanzamento. Tra gli episodi contestati c’è anche caso di waterboarding, una forma di tortura che consiste nell’immobilizzare una persona e versarle acqua nella bocca, in modo da simulare l’annegamento. L’uomo non aveva chiesto riti alternativi, quindi sta affrontando il dibattimento per l’accusa di stalking e maltrattamenti. Le accuse si basano sulla denuncia della donna, parte civile con l’avvocata Francesca Guido: i comportamenti persecutori da parte dell’ex compagno andrebbero avanti da quattro anni. La difesa, sostenuta dall’avvocata Simona Bozzi, punta invece a dimostrare che imputato e vittima si frequenterebbero ancora oggi.

Secondo quanto contestato dalla procura l’uomo avrebbe iniziato a perseguitare la donna nel 2020, quando le cose tra i due fidanzati, che stanno insieme da un po’ di tempo, non vanno più bene. Tra il 2020 e il 2022 si collocano buona parte degli episodi. Nei capi di imputazione si parla di violenze psicologiche e fisiche (la donna è finita due volte in ospedale): durante i litigi, secondo l’accusa, l’uomo la colpisce a ginocchiate e a calci, tirandole i capelli. La difesa dovrà provare a scongiurare una condanna. Il processo è stato aggiornato al 26 settembre. m. fio.

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