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Barista aggredito fuori dal suo locale con una pistola: ferito l’amico colpito dal calco dell’arma scarica

CORDENONS. Attimi di concitazione si sono vissuti in piazza della Vittoria nella notte tra sabato e domenica. Un giovane, maggiorenne, ha aggredito il titolare del Caffè Ritz di piazza della Vittoria, Mirko Zancai, che si è a sua volta difeso. L’aggressore è poi corso a casa a piedi per prendere una pistola e tornare a minacciarlo, puntandogliela contro. L’arma fortunatamente era scarica.

Nel tentativo di calmarlo, l’amico che era con il giovane armato è rimasto ferito da un colpo in testa dato con il calcio della pistola. Sul posto sono intervenute una volante della Questura e una pattuglia dei carabinieri. Il caso è ora seguito dall’Arma. I due soggetti sono stati individuati e fermati nel momento in cui stavano uscendo di casa per recarsi al pronto soccorso. Zancai oggi presenterà querela per aggressione a mano armata contro il giovane, che abita a poche centinaia di metri dal bar.

L’esercente alle 4. 30 di domenica mattina stava chiacchierando all’esterno del locale con una collaboratrice e un amico: aveva chiuso due ore prima e da poco terminato di riordinarlo. A quell’ora la piazza era vuota e i locali tutti chiusi. Racconta Zancai: «I due, uno sulla cinquantina d’anni e uno sulla ventina, sono arrivati a piedi, non li avevo mai visti prima; parlavano con accento meridionale. Il più giovane, a petto nudo, ha tentato di orinare in una delle mie aiuole e io l’ho richiamato. Sono iniziate le provocazioni, poi lui ha optato per “usare” il palo dell’illuminazione pubblica e si è allontanato con l’amico». Salvo poi tornare indietro, per passare “alle mani”.

Stando al racconto di Zancai, il primo a sferrare un pugno contro di lui è stato il ventenne, quindi è partita una colluttazione. A un certo punto, come in un film, il colpo di scena: il giovane si mette a correre, va a casa e ritorna in pochi minuti con una pistola in mano. A quel punto scatta la chiamata al 112. «Avevo capito che l’arma era scarica perché scarrellandola non usciva alcun bossolo – precisa Zancai – e non ho avuto paura. Poteva trattarsi di una scacciacani. Ma abbiamo tutti cercato di farlo ragionare: non mi sembrava ubriaco, alterato forse sì».

Sono arrivati anche i suoi genitori, probabilmente svegliati dal suo rientro a casa. Anche l’amico ha cercato di tranquillizzarlo e si è preso un colpo in testa con il calcio della pistola, ferendosi. «Quando le forze dell’ordine sono arrivate, venti minuti dopo la nostra chiamata – osserva l’esercente – i quattro se n’erano già andati. Fortuna ha voluto che li abbiamo visti uscire da casa per andare in ospedale e così è stato possibile identificarli e ora potrò sporgere querela. Gli agenti hanno trovato la pistola in un cestino pubblico dell’immondizia e raccolto anche la testimonianza di un residente, svegliato dalle grida. Se l’arma fosse stata carica poteva finire male. I carabinieri sono arrivati prima possibile da Azzano Decimo perché i colleghi di Pordenone erano tutti impegnati. Le forze dell’ordine – conclude Zancai – fanno il possibile, ma se vogliamo che ci proteggano davvero, lo Stato dia loro più strumenti». —

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