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Hamilton ha fatto bene a firmare con la Ferrari con una Mercedes così in ripresa? Per l’inglese è un salto nel vuoto

Hamilton ha fatto bene a firmare con la Ferrari con una Mercedes così in ripresa? Per l’inglese è un salto nel vuoto

D’altronde il direttore tecnico della Mercedes, James Allison, lo aveva detto in questo anno. Trovare la causa dei problemi di una vettura che per due campionati ha visto le rivali col binocolo “è stato puro caso”, scovando “un errore banale che era sotto i nostri occhi, ma del quale non ce ne eravamo accorti”. Morale […]

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D’altronde il direttore tecnico della Mercedes, James Allison, lo aveva detto in questo anno. Trovare la causa dei problemi di una vettura che per due campionati ha visto le rivali col binocolo “è stato puro caso”, scovando “un errore banale che era sotto i nostri occhi, ma del quale non ce ne eravamo accorti”. Morale della favola: dopo gli aggiornamenti introdotti, la W15 di Brackley oggi vola ed è tornata a giocarsela su tutte le piste, come ai vecchi tempi. Il problema del surriscaldamento al posteriore, visto soprattutto in quelle gare con un degrado dell’asfalto piuttosto alto, è stato risolto e ne ha beneficiato anche il passo-gara. Così nelle ultime due domeniche, prima Russell (in Austria) e poi Hamilton (a Silverstone) sono tornati sul gradino più alto del podio, rendendo il Mondiale 2024 molto più vario nel suo albo vincitori rispetto a quello noiosissimo di scorso anno.

E domenica, intanto, la Mercedes ha fatto tornare bambino Hamilton per un attimo. Lewis si è commosso, dopo essere ritornato a una vittoria che mancava da due anni e sette mesi (944 giorni totali per la precisione), come non faceva dal GP di Arabia Saudita 2021. Lacrime di gioia che rischiavano di non arrivare più, sfogate tra gli abbracci di papà Anthony, di mamma Carmen e dopo i cavallereschi complimenti di Norris, Russell e Verstappen. Una domanda, però, dovrebbe affiorare forte nella mente di Lewis: è più così giusto cercare una nuova sfida in Ferrari e lasciare la Mercedes a fine stagione? Sicuramente qualche dubbio nella mente dell’inglese potrà arrivare, conscio che però non si può più tornare indietro. Ci sono degli accordi firmati e ci sarà un pilota che sarà pronto a lasciare a fine stagione un team passato oggi da quarta a terza forza, ora non più troppo lontano da McLaren e Red Bull.

Quello che è certo per tutti è che in Ferrari il 39enne inglese non troverà una situazione rosea e maggiormente definita come all’inizio. Gli aggiornamenti introdotti tra Imola e Barcellona non hanno funzionato sulle SF-24 di Maranello. Non un bene dato che le novità portate in questa stagione avrebbero dovuto essere utili per avvicinarsi definitivamente alla Red Bull (cosa fatta dalla McLaren) e per capire se (alcune di queste) avessero potuto essere riproposte sulla monoposto 2025. La verità è che si è tornati indietro come i gamberi, e che si dovrà ripartire da un foglio di carta per portare altri aggiornamenti dopo l’estate che, si spera, possano essere efficienti. A Silverstone intanto si è rivista la monoposto di inizio stagione, per evitare che la vettura evoluta soffrisse troppo il saltellamento tra le veloci curve del circuito britannico, come già visto in Canada, a Barcellona e in Austria.

E non solo, dato che la Scuderia, lunedì pomeriggio, è rimasta turbata anche dall’addio di Enrico Cardile come direttore tecnico per lo sviluppo dell’Area chassis (telaio). Il 49enne toscano ha accettato la corte di Lawrence Stroll e dell’Aston Martin, dando così dimissioni tempestive che non sono state ben viste a Maranello, tanto che il team principal Vasseur sarà costretto a ricoprire il suo ruolo fino a una nuova nomina. Un incarico che in futuro dovrebbe essere raccolto dall’ex responsabile delle prestazioni Mercedes, Loïc Serra, in arrivo dal primo ottobre. La speranza di tanti ferraristi però è di vedere vestito di rosso Adrian Newey, che intanto flirta proprio con l’Aston Martin e di recente ha visitato anche la sede McLaren. Insomma, tutto aperto per una decisione attesa non prima di settembre dall’ex d.t. Red Bull, mentre la Ferrari ha perso uno degli uomini-cardine per lo sviluppo della vettura 2025, responsabile di un’area fondamentale insieme al telaio, alle sospensioni e al motore. Non un bene pensando anche al nuovo regolamento in arrivo nel 2026, che darà il via a nuova era in F1.

Hamilton, così, non arriverà in inverno a Maranello con un sorriso a 33 denti. Dovrà rimboccarsi le maniche e iniziare a configurare una vettura non conoscendola quasi per nulla, che nel frattempo (si spera) sia di nuovo cresciuta. Avrà il “cuore pieno”, come definito domenica dopo la vittoria in casa sua, ma ci sarà molto da fare, con fiducia ma anche la consapevolezza che le tre rivali potrebbero ritrovarsi avanti a fine 2024. Per il sette volte iridato però è meglio non pensare ora al futuro, ma concentrarsi sul presente, per cercare nuovi successi e allargare così il dato dei 104 successi in carriera. Intanto in Inghilterra ha raggiunto due primati non indifferenti, superando in entrambi l’eterno Michael Schumacher. Con i nove successi a Silverstone è diventato il pilota con più trionfi in una stessa pista (Schumi si era fermato a otto nel GP di Francia). Inoltre, Lewis ha raggiunto la 16esima stagione diversa nella quale ha raccolta almeno una vittoria, battendo così le 15 del Kaiser.

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