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Macron, pressing dal suo partito: “Non andare al vertice Nato o la sinistra ci frega”. Il teatro della farsa che arriva da Parigi

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I macroniani chiedono a Macron di non lasciare la Francia (per il vertice Nato a Washington). Non è un atto di Eduardo (autore amato da Emanuel e dalla moglie Brigitte), né una perifrasi pirandelliana, ma una notizia scoperta da Le Figaro, che vede i maggiorenti di Ensemble, il partito del presidente della Repubblica, preoccupati che […]

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I macroniani chiedono a Macron di non lasciare la Francia (per il vertice Nato a Washington). Non è un atto di Eduardo (autore amato da Emanuel e dalla moglie Brigitte), né una perifrasi pirandelliana, ma una notizia scoperta da Le Figaro, che vede i maggiorenti di Ensemble, il partito del presidente della Repubblica, preoccupati che l’assenza del capo dell’Eliseo da Parigi per 72 ore possa indirettamente favorire la sinistra nelle difficili trattative in corso per formare il nuovo governo.

“Non te ne andare!”

Le Figaro riporta indiscrezioni autorevoli che giungono da Ensemble. I dirigenti del partito avrebbero cercato di convincere Macron ad annullare la visita per gli Stati Uniti in programma per domani mattina, mentre proseguono le trattative in vista della formazione di un nuovo esecutivo in Francia. Il quotidiano ha interpellato lo staff del presidente che ha smentito ogni rinuncia al viaggio negli Usa. ‘Non è questa la strada da seguire. Non è il caso di non andare al vertice della Nato”, hanno risposto fonti dell’entourage di Macron contattate da Le Figaro. ”Il presidente andrà regolarmente a Washington”, hanno aggiunto le fonti dell’Eliseo.

Un ministro di Macron: “La sinistra approfitterà della sua assenza”

Ma secondo un ministro del governo uscente, che ha preferito rimanere anonimo, ”la sinistra si metterà d’accordo sul nome di un primo ministro e noi dovremo organizzarci per essere pronti. Però se il presidente va negli Stati Uniti per tre giorni, non faremo nulla”. Insomma, avverte un altro ministro sempre in condizione di anonimato, occorre avviare negoziati rapidi perché è in corso ”una gara di velocità. Andare a Washington per tre giorni potrebbe favorire la sinistra. Se ci riusciranno, la pressione sul suo ritorno sarà molto forte”.

Le crepe in Ensemble

Sulla difficoltà a sbarrare la strada al Nouveau Front Populaire (Nfp), il ministro contattato da Le Figaro afferma: ”Se fossi di sinistra organizzerei una manifestazione davanti all’Eliseo brandendo le chiavi”. Inoltre, considerato l’inizio della nuova legislatura il 18 luglio, ”ci sono cose di cui possiamo discutere fino al 17 e non dopo. Occorre avere il tempo necessario per condurre un negoziato globale che possa tenere conto delle posizioni chiave dell”Assemblea nazionale”, le parole del ministro uscente che fotografano la tragicommedia in corso a Parigi.

Tra Eduardo e Molière

La richiesta dei dirigenti di Ensemble, ai limiti della farsa, è a metà tra Eduardo e Molière e fotografa l’attualità del momento politico francese. L’unità contro Le Pen è già archiviata e la fiducia tra i partiti della desistenza è così ampia che basta un viaggio istituzionale del presidente per pensare a un “golpe” del fronte popolare. Pensare che questi possano formare insieme un governo e che duri più di dodici mesi( tempo minimo per sciogliere nuovamente l’Assemblea) sembra fantascienza.

 

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