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Prima il decesso del suo compagno, lei inferma muore di stenti in casa: i corpi trovati in avanzato stato di decomposizione

UDINE. Il suo furgone Doblò era da giorni fermo in garage, una cosa insolita, dal momento che la mattina lo tirava sempre fuori per andare a fare la spesa o a comprare l’occorrente per la compagna, che non stava bene e della quale si occupava quotidianamente, e poi lo parcheggiava la sera.

E da giorni non lo vedevano nemmeno uscire con il cane, un pastore tedesco di grosse dimensioni per il quale stravedeva.

Così i vicini, dopo aver invano suonato il campanello e telefonato al cellulare, nella mattinata di martedì 9 luglio hanno dato l’allarme chiamando il 112.

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Ivan Cozianin, 77 anni, è stato trovato senza vita nel suo appartamento, al civico 57 di via Bariglaria, assieme alla compagna 83enne Tatjana Bencan, le cui condizioni di salute, nelle ultime settimane, si erano aggravate ulteriormente tanto da costringerla a letto. I corpi, secondo i primi accertamenti, erano già in avanzato stato di decomposizione e il decesso, sulla base del primo esame effettuato dal medico legale, risalirebbe dai cinque ai sette giorni precedenti il ritrovamento e le cause sarebbero naturali.

Il ritrovamento in camera

I primi ad arrivare nell’appartamento di via Bariglaria 57, al secondo piano della scala C del condominio Udine Est, sono stati, verso le 9 di martedì 9 luglio, i vigili del fuoco. Sono entrati nell’abitazione dei due anziani dall’esterno, attraverso una finestra raggiunta con l’autoscala. Ivan Cozianin è stato trovato accasciato a terra davanti all’ingresso della camera, mentre Tatjana Bencan era a letto.

Nell’abitazione c’era anche il pastore tedesco della coppia, Black, ancora vivo. Sul posto, oltre al 118, sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di Udine est, i militari del Nucleo investigativo di Udine con il comandante della Compagnia Jacopo Mattone, oltre al pubblico ministero di turno, che ha richiesto l’intervento del medico legale per un primo accertamento sui corpi della coppia di anziani.

Nella loro abitazione è sopraggiunta anche la figlia di Tatjana, nata da una precedente relazione della donna.

Le cause della morte

Il medico legale ha attribuito la morte della coppia a cause naturali. Il corpo dell’uomo si presentava in uno stato di decomposizione più avanzato rispetto a quello della donna. Ivan, dunque, secondo l’ispezione del professionista, è morto per primo.

Il decesso di Tatjana, ormai completamente dipendente dal compagno, è avvenuto in seguito: non potendo provvedere alle proprie necessità è morta di stenti.

Escluso l’intervento di terze persone nell’appartamento, dove i due anziani vivevano da decenni, è probabile che la Procura decida di non disporre l’autopsia sui corpi della coppia.

L’allarme dei vicini

I coniugi Pietro e Raffaella abitano con la loro famiglia al primo piano della scala C, il loro appartamento è esattamente sotto a quello di Ivan e Tatjana. Quotidianamente, da quando si sono stabiliti in via Bariglaria, quindici anni fa, erano soliti incontrare i vicini, soprattutto Ivan, e scambiare due chiacchiere.

Ma da diversi giorni questo non succedeva più. «Vedevo Ivan 3 o 4 volte al giorno – racconta Pietro –, quando portava fuori il cane Black, che lui chiamava Blackuti –, accompagnava in ospedale la moglie o andava a fare la spesa. Da alcuni giorni, però, non lo incrociavo più e avevo notato che anche il suo Doblò era parcheggiato in garage. Lui, di solito, lo tirava fuori al mattino e lo metteva dentro la sera. Ho cominciato a preoccuparmi perché non apriva la porta e non rispondeva alle telefonate. I messaggi sul cellulare non erano stati letti, non c’era la doppia spunta. Sapevo che le condizioni di salute della compagna lo preoccupavano e che lui si doveva occupare di tutto, per questo mi sembrava strano il suo silenzio, anche perché non lo vedevo nemmeno più portare giù il cane. Lunedì pomeriggio sono andato alla stazione dei carabinieri di Udine Est per richiedere il loro intervento, ma la stazione era già chiusa, così il giorno dopo sono salito dal loro vicino di pianerottolo per vedere cosa fare».

È stato quest’ultimo, Franco Durati, a chiamare in mattinata, attorno alle 8.30, il 112 e a dare l’allarme. «Sentivo il cane abbaiare – riferisce – e cominciavo a sentire un forte odore provenire dall’abitazione accanto alla mia».

Era una persona di gran cuore, lo descrivono i vicini, che dava sempre una mano agli altri senza mai chiedere nulla per sé.

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