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Da 150 a 350 euro per accelerare le pratiche per l’ottenimento del permesso di soggiorno: mediatore culturale condannato

UDINE. Centinaia di euro per “saltare” la coda e vedere le proprie pratiche magicamente evase nell’arco di qualche giorno. Aziz Husaini, trentacinquenne mediatore culturale afghano e Ali Qaaim Shah, 45 anni, originario del Pakistan, avevano messo a punto un meccanismo oliato, che consentiva ai richiedenti asilo alle prese con il rilascio del permesso di soggiorno di accorciare i tempi di ottenimento del documento.

Come? Versando una cifra variabile – dai 150 ai 350 euro, secondo quanto chiarito dagli investigatori – proprio a Husaini, dipendente di una onlus e impegnato allo sportello dell’ufficio immigrazione della questura di Udine, e Shah, che aveva il compito di tenere i contatti con gli immigrati. Sono sette gli episodi finiti nel mirino degli inquirenti e dei quali si è dibattuto durante il processo conclusosi ieri davanti al tribunale in composizione collegiale (presidente Paolo Milocco, a latere Emanuele Lazzaro e Rossella Miele).

Husaini è stato condannato a 2 anni e 6 mesi, mentre Shah dovrà scontare una pena di tre mesi più lieve.

È stato invece assolto dalle accuse Safir Abbas (difeso dall’avvocato Michelle Grop), pakistano di 29 anni, che era stato rinviato a giudizio con l’accusa di essere uno dei corruttori ad aver versato la somma (300 euro) per favorire velocizzare il rilascio del permesso di soggiorno, che non è stato – alla prova dei fatti – neppure consegnato. Lo stesso pubblico ministero Marco Panzeri aveva richiesto l’assoluzione di Abbas, mentre al termine della requisitoria aveva richiesto la condanna a tre anni e sette mesi per Husaini e a tre anni e due mesi per Shah.

Pesanti le accuse: istigazione alla corruzione e corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio.

I fatti risalgono al 2018 e 2019: nel dicembre 2018, accertata dagli inquirenti, Shah aveva invitato uno straniero a corrispondergli 350 euro, prospettandogli un interessamento di Husaini, capace di velocizzare il rilascio del cosiddetto “permesso giallo”.

Un secondo episodio, nell’ottobre dell’anno dopo, con la richiesta di 150-200 euro rivolta a un cittadino straniero, a cui i due avrebbero promesso la consegna del documento entro due-tre giorni.

Il collegio giudicante ha disposto a carico dei due imputati anche l’interdizione perpetua ai pubblici uffici, stabilendo al contempo la confisca del denaro sequestrato e provento delle transazioni oggetto del procedimento.

Il tribunale si è inoltre riservato novanta giorni per il deposito delle motivazioni della sentenza: un lasso di tempo atteso anche dalla difesa di Husaini, rappresentata dall’avvocato udinese Paola Diana, che ha spiegato a margine dell’udienza di voler valutare l’ipotesi di un ricorso in appello soltanto dopo la lettura delle motivazioni.

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