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Alluvione, a Castelfranco nasce il comitato: «Un piano per difenderci»

Bene tutto quello che si potrà fare in futuro per evitare altre alluvioni a Castelfranco, ma intanto bisogna fare qualcosa nell’immediato visto che per due volte in un mese si è finiti sotto acqua: a chiederlo i residenti del quartiere Avenale durante l’incontro che si è tenuto lunedì 8 luglio nella sede di quartiere con la partecipazione del sindaco Stefano Marcon.

C’erano oltre una cinquantina di cittadini danneggiati: un incontro che potrebbe avere come risultato anche la creazione di un comitato di cittadini dopo evento che lì ha colpito pesantemente, anche per la vicinanza del torrente.

«Il sindaco ci ha spiegato le condizioni eccezionali per cui per ben due volte gli scantinati sono andati sott’acqua e quali potrebbero essere le soluzioni per evitare altri allagamenti, come la creazione di casse di laminazione a sud», spiegano i residenti, «tuttavia dopo due alluvioni la paura è ancora tanta e c’è la necessità di capire come poterci difendere nell’immediatezza, se non altro per ridurre i danni». Che nel quartiere Avenale si viva con paura per le bizze del torrente lo si capisce passando per le strade, dove quasi nessuno ha tolto, ma solo un po’ spostato, i sacchetti di sabbia.

«Partiamo da una constatazione: le dinamiche per cui l’Avenale può esondare non permettono di agire con efficacia quando l’emergenza è già in atto: l’acqua sale molto velocemente (in quattro ore l’ultima volta, ndr) e o si è già pronti oppure…».

Una rapidità che non consente un tempestivo intervento delle squadre di soccorso: «Teniamo inoltre presente che qui vivono molte persone anziane che in quelle circostanze chiedono aiuto ai familiari che abitano da altre parti. Ma non li possono raggiungere perché le strade sono allagate. Quello che chiediamo è che si possano abbattere i tempi di intervento per arrivare almeno a tamponare i problemi derivanti da una alluvione».

Tra le idee c’è quella di un piano di protezione civile ad hoc per il quartiere Avenale, con, ad esempio, aree di stoccaggio per i sacchetti di sabbia vicine alle abitazioni.

Ma anche essere pronti ad intervenire con il coinvolgimento dei residenti che possono dare una mano: «Un esempio: per proteggere dall’acqua alcune abitazioni nelle ore cruciali dell’alluvione è stato fatto uno sbarramento su una strada. Ma si tratta di un’iniziativa partita dalle persone non studiata insieme al Comune, con tutti i pro ma anche con tutti i contro. Coordinare un’azione in emergenza è importante. Un’altra cosa che chiediamo è che venga facilitata la creazione di difese passive, come la creazione di muretti di protezione, se queste richiedono permessi da parte del comune».

«Si può ben capire la paura ma anche la rabbia di chi per due volte è andato sotto», dichiara Stefano Marcon, «ma è importante confrontarsi per capire come agire. Nello specifico ho proposto la realizzazione di un muretto di contenimento per l’Avenale che ci permetta di avere più tempo per intervenire. E concordo con la proposta di avere un luogo di distribuzione di sacchetti più vicino a quest’area, cosa che metteremo in atto nel pressi di via Bordignon».

Intanto il 10 luglio alle 15 si terrà in municipio una commissione espressamente dedicata alla tematica delle alluvioni.

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