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Monte Grisa al buio e dal piazzale sono stati tolti panche e tavolini: la protesta dei fedeli

Monte Grisa al buio e dal piazzale sono stati tolti panche e tavolini: la protesta dei fedeli

Le luci del santuario sul Carso triestino sono spente da giorni a causa di un guasto e l’area pranzo spostata. Don Vattovani: «Serve decoro»

TRIESTE Al buio. Un’ombra scura che, con l’avanzare della sera, a stento si riesce a riconoscere guardando il ciglione carsico. È il santuario di Monte Grisa, tempio dedicato alla Vergine Maria, da decenni punto di riferimento luminoso per chiunque, dalla città, dopo l’imbrunire, volga lo sguardo verso Nord. Da una ventina di giorni la costruzione, che il progettista, l’ingegner Antonio Guacci, volle a forma di “diamante solitario” e realizzata moltiplicando all’infinito i moduli che ripetono la figura del triangolo isoscele, tradizionale simbolo biblico, è visibile solo di giorno, alla luce del sole.

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Forse un fulmine

Quando arriva il buio, il tempio “scompare”. «La causa – come spiega l’assessore comunale competente per materia, Michele Babuder – è dovuta a un guasto del quadro di controllo dell’impianto, che è andato bruciato all’improvviso, con ogni probabilità a causa di un fulmine. Entro una decina di giorni al massimo – continua Babuder - ripristineremo l’illuminazione dell’edificio sacro».

Attesa per il ritorno alla normalità

«Il controllo dell’impianto – conferma il legale rappresentante di Monte Grisa, don Stefano Vattovani – in effetti non dipende da noi. Le luci che, fino a poche notti fa lo rendevano visibile anche a chilometri di distanza, fanno parte della rete della pubblica illuminazione, perciò la competenza è del Comune. Posso solo precisare – prosegue il sacerdote – che normalmente le luci si spegnevano una decina di minuti dopo la mezzanotte, perché si riteneva sufficiente che il santuario fosse illuminato dal tramonto fino a tale orario. Tutto è andato avanti così per lungo tempo fino allo scorso 21 giugno. Dalla sera del 22 giugno – sottolinea ancora don Stefano Vattovani – le luci non si sono più accese. Adesso che è stato chiarito che la causa è un guasto – conclude – aspetteremo che si provveda alla riparazione e che si torni presto alla normalità, perché conosciamo l’affetto che i fedeli portano per il santuario».

A Monte Grisa comunque è mancata soltanto l’illuminazione esterna. La foresteria interna, i locali dei servizi, la cucina, che dispongono di contratti di fornitura autonomi, disciplinati da accordi di tipo privato, hanno sempre funzionato regolarmente.

Via panche e tavoli

Ma a Monte Grisa non è questa l’unica novità. Da qualche settimana, infatti, sono state tolte dal piazzale di accesso al santuario le panche e i tavoli che erano di servizio al punto di ristoro situato al pian terreno della costruzione, denominato la “Casa del pellegrino”, che occupavano l’intera area. Adesso sono stati sistemati ai lati del pubblico esercizio.

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«Erano di ostacolo al regolare svolgimento delle processioni che spesso sono organizzate nell’area di Monte Grisa – riprende don Vattovani – perciò abbiamo deciso di ridare al piazzale la sua originaria caratteristica di luogo di comodo transito, anche per le migliaia di pellegrini che durante tutto l’anno vengono a visitare il santuario. Alcune panche le abbiamo spostate in un altro punto – conclude – per garantire comunque un minimo di conforto ai tantissimi gitanti che attraversano il Carso e raggiungono Monte Grisa anche per una semplice sosta ristoratrice».

In realtà, in alcuni momenti il piazzale di accesso alla chiesa assumeva le sembianze di una sorta di bivacco. Molti gitanti e amanti del Carso approfittavano delle panche e dei tavoli per dare vita a una specie di picnic e non sempre l’immagine offerta era quella di un luogo sacro, peraltro meta di numerosi fedeli provenienti da fuori città. «Mi rendo conto che la presenza delle panche e dei tavoli rappresentava una comodità per tante persone – riprende don Vattovani – ma il decoro ha la sua importanza, soprattutto davanti a una chiesa».

La protesta

Qualcuno della comunità cattolica di Monte Grisa però non ci sta. «L’eliminazione delle panche non la condivido – sostiene Salvatore Porro, da anni stretto collaboratore di padre Luigi Moro, rettore del santuario – perché in numerose occasioni abbiamo organizzato le processioni attorno al tempio e non ci sono mai state difficoltà». —

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