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Controlli Gdf e Asugi a Trieste, scoperti 7 lavoratori in nero nel settore della ristorazione: sanzioni per 65mila euro

Controlli Gdf e Asugi a Trieste, scoperti 7 lavoratori in nero nel settore della ristorazione: sanzioni per 65mila euro

foto da Quotidiani locali

TRIESTE Le Fiamme Gialle triestine, assieme a funzionari di Asugi, hanno scoperto sette lavoratori in “nero” - nel settore della ristorazione - di cui 6 rider e un addetto alla cucina. Non sono stati resi noti ulteriori dettagli. Al termine dei controlli sono state comminate sanzioni per circa 65 mila euro, suscettibili di riduzione in caso di regolarizzazione dei lavoratori in palese violazione della legge.

Nello stesso contesto è anche emerso, che i pagamenti di parte del personale non regolarizzato sono stati effettuati in contanti, ovvero in modo completamente non tracciato, secondo modalità non consentite dalla normativa in vigore.

Per quanto riguarda l’applicazione della normativa relativa alla prevenzione per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, poi, “sono emerse ulteriori irregolarità a seguito delle quali sono state emanate specifiche prescrizioni ritenute idonee a eliminare le situazioni di rischio riscontrate” si legge nella nota congiunta.

“L’attività di vigilanza e controllo sul territorio svolta è finalizzata a garantire e rafforzare la tutela dei lavoratori, sia per quanto riguarda la regolarità della posizione contributiva, sia per la prevenzione di infortuni e malattie professionali che potrebbero manifestarsi per azioni od omissioni perpetrate dai datori di lavoro” si legge ancora.

“L’attività di collaborazione tra il personale dell’Asugi e i militari della Guardia di Finanza ha permesso di estendere l’ambito dell’abituale attività ispettiva garantendo così maggior incisività ed evitando inutili sovrapposizioni delle iniziative ispettive. Il lavoro nero, in particolare, arreca danni all’intero sistema economico nazionale, in quanto sottrae risorse all’Erario e compromette gli interessi dei lavoratori nonché la leale e sana competizione tra imprese”.

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