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Università, Pavia perde due posti ma è tra le migliori 200 d’Europa

Università, Pavia perde due posti ma è tra le migliori 200 d’Europa

Qualità della ricerca prodotta e “spendibilità” della laurea nel mercato del lavoro premiano l’ateneo

PAVIA. L’Università perde due posizioni ma rimane nella top 200 degli atenei europei: la conferma arriva da Qs Rankings, che nella sua ultima classifica ha messo in fila 684 accademie da 43 Paesi membri del Consiglio d’Europa. Nel listino italiano Pavia si piazza in 14esima casella, dietro Trento ma davanti alla Ca’ Foscari di Venezia: nella top tre nazionale il politecnico di Milano, l’Alma mater (Bologna) e la Sapienza (Roma). All’ateneo cittadino è stato riconosciuto il buon livello delle pubblicazioni delle facoltà, la reputazione accademica in crescita e la spendibilità del titolo sul mercato del lavoro.

«Una conferma»

Le classifiche sui migliori atenei sono molto consultate dai futuri studenti e dalle loro famiglie per orientare il proprio avvenire accademico, e quelle pubblicate dall’istituto britannico Quacquarelli Symonds (Qs) sono tra quelle più cliccate: l’ultima edizione del ranking europeo arriva circa un mese dopo quello mondiale pubblicato a giugno, che ha analizzato le performance di 1.500 atenei da 106 Paesi e inserito Pavia nel listino dei migliori 450 a livello globale. «La nuova classifica conferma ancora una volta il buon lavoro svolto dai nostri docenti» commenta Alessandro Reali, delegato del rettore alla ricerca internazionale e ai ranking. «Il piazzamento del nostro ateneo migliora in diversi indicatori rilevanti come quello che analizza la produttività della ricerca (papers per faculty, Ndr.) e c’è un incremento significativo anche sul fronte dell’internazionalizzazione, che è un punto sul quale abbiamo lavorato molto. Siamo contenti del risultato, che certifica l’alta qualità del nostro corpo docenti. Si può dire, invece, che la perdita di due posizioni nella classifica europea è ininfluente». La produttività della ricerca è uno dei parametri che ha contribuito al piazzamento di Pavia: a confronto con gli altri 51 atenei italiani considerati dalla classifica Qs, quello cittadino si piazza quarto in Italia secondo l’indicatore papers per faculty (28esimo in europa) e quattordicesimo per reputazione accademica, cioè la considerazione che l’ateneo gode nel panorama internazionale.

Favorevoli gli indicatori che analizzano la spendibilità della laurea conseguita a Pavia sul mercato del lavoro: nonostante una flessione a paragone con gli istituti internazionali, l’ateneo è quattordicesimo italiano tanto alla voce employment outcomes (che riflette la capacità delle università di garantire un alto livello di occupabilità per i loro laureati) quanto nella employer reputation, che rende conto della considerazione professionale del titolo ottenuto dai laureati. A differenza di quello citato prima, questo indicatore è rimasto stabile rispetto alla precedente edizione della classifica europea Qs. Buono il rapporto tra gli oltre 26mila studenti iscritti e i docenti: l’Università di Pavia si piazza al quinto posto italiano nell’indicatore faculty student ratio, pensato per misurare l’investimento delle Università sul fronte del personale, in servizio per tenere fede alla missione educativa dell’ateneo. Bene gli indicatori in merito agli studenti in scambio internazionale, da migliorare gli aspetti legati alla sostenibilità.

La classifica mondiale

La classifica delle università europee di Qs è stata pubblicata a circa un mese di distanza dal listino mondiale delle accademie, che anno dopo hanno ha certificato una ripresa della qualità e della reputazione dell’Università di Pavia. Dopo il calo registrato a partire dal 2016, l’ateneo cittadino ha scalato 200 posizioni in cinque anni nel ranking globale, avvicinandosi alle valutazioni incassate in occasione del rapporto pubblicato nel 2014.

Le altre

Solo quattro istituzioni italiane tra le prime Università europee e nessuna nella top ten: questo il dato che emerge dalla classifica europea Qs, che ha analizzato le performance di 684 atenei da 43 Paesi membri del Consiglio d’Europa. Il primato italiano spetta ancora al terzetto politecnico di Milano (primo posto nazionale e 38esimo in Europa), seconda Bologna (48esima) e terza Roma (66esima europea). Fuori dal podio al quarto posto l’Università di Padova, poi il politecnico di Torino (103esimo europeo), sesta la Statale di Milano e settima l’Università di Pisa. All’ottavo posto si piazza l’Università di Torino, poi la Cattolica di Milano (140esima europea) seguita dall’ateneo di Firenze, dalla Federico II di Napoli e dall’Università di Roma Tor Vergata, dodicesima italiana. Il tredicesimo posto è dell’ateneo di Trento e, subito dopo, si trova l’Università di Pavia in quattordicesima posizione e alla casella 196 del listino dei migliori atenei europei: il gradino subito sotto è occupato dalla Ca’ Foscari di Venezia. La top 20 delle università italiane è completata da altre cinque università che nell’ordine sono: la Bicocca di Milano (16esima italiana e 205esima europea). l’Università di Genova, l’ateneo di Siena e quello di Bari, poi l’Università di Salerno.

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