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A fuoco pannelli in plexiglass: colonna di fumo nero al Cpr di Gradisca

A fuoco pannelli in plexiglass: colonna di fumo nero al Cpr di Gradisca

foto da Quotidiani locali

Una colonna di fumo nera e densa, visibile dagli automobilisti della strada regionale 305 a diversi chilometri di distanza, si è propagata nel tardo pomeriggio di mercoledì 10 luglio dall’interno del Cpr di Gradisca.

Si tratta dell’ennesimo episodio di tensione all’interno della struttura per stranieri irregolari della cittadina isontina.

A provocarlo, uno degli ospiti, appena arrivato da Venezia, che ha dato fuoco al materiale che aveva a disposizione.

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Anche a causa delle alte temperature, le fiamme si sono propagate nella zona esterna agli spazi in cui alloggiano gli ospiti, interessando in particolare strutture in plexiglass. Nessuno è rimasto ferito.

Sul posto sono intervenuti due mezzi dei vigili del fuoco del Comando provinciale di Gorizia.

Il fumo che si è alzato dall’edificio ha reso necessaria la chiusura temporanea della strada regionale 305 che passa davanti alla struttura. Il questore del capoluogo isontino, Luigi Di Ruscio, assicura che non vi sono state vere e proprie rivolte interne all’interno della struttura.

L’ospite, verosimilmente coinvolgendo altri trattenuti irregolari in attesa di espulsione, ha dato alle fiamme i divisori in plexiglaass che si frappongono fra le camerate.

L’incendio è stato rapidamente domato dai pompieri, anche se alcuna camerate – riferisce la Questura – sono di fatto inagibili.

Alcune fonti del Piccolo riferiscono altresì di un altro film già visto: ovvero l’accesso di alcuni trattenuti al tetto della struttura. Nessuno avrebbe tentato la fuga, ma sarebbero stati uditi alcuni scoppi.

La questura fa presente che la situazione è ritornata lentamente alla normalità nell’arco di qualche ora. Il Centro gradiscano per i rimpatri (Cpr), da non confondere col vicino Cara per richiedenti asilo, è sotto i riflettori dall’inverno dello scorso anno per le continue rivolte e tentativi di fuga.

Nonostante i continui lavori di ripristino, di fatto la struttura è continuamente vulnerabile tanto che gli stessi sindacati di Polizia hanno più volte auspicato uno stop all’operatività in attesa del ripristino delle normali condizioni di sicurezza per ospiti, personale e per le stesse forze dell’ordine.

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