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Lacchiarella, false griffe trovate a “Chinatown”: 1 anno e 2 mesi alla commerciante

/ lacchiarella

I grandi marchi della moda italiana ed internazionale fanno (ancora) causa ad una commerciante cinese di Lacchiarella. Non è il primo caso. C’è già stata una condanna lo scorso autunno, ieri c’è stato un patteggiamento e ci sono altri procedimenti aperti. Sono i frutti dei controlli della guardia di Finanza sulla piccola “Chinatown” che si trova nella zona commerciale di Lacchiarella, Milano sud, al confine col Pavese. Qui si smerciano abiti ed accessori.

l’ultimo caso

Ieri è arrivato a conclusione uno procedimento, con un patteggiamento. Tutto derivava da un blitz della guardia di finanza dell’aprile 2022. E secondo le contestazioni della procura di Pavia, però, gli oltre mille capi sequestrati erano dei falsi di grandi marchi. Per questo le filiali italiane di società estere come Polo Ralph Lauren, Loius Vouitton, Off-White, Nike ma anche l’italiana Giorgio Armani si sono costituite parte civile.

Ieri la commerciante cinese Yao Lequn, 47 anni, ha patteggiato 14 mesi per «introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi», una richiesta accolta dalla giudice Luisella Perulli.

La pena è stata sospesa perché la donna è incensurata. Quindi le parti civili non avranno risarcimenti. «Abbiamo voluto chiudere la questione, di fronte avevamo i big della moda mondiale - commenta l’avvocata difensore della commerciante, Maddalena Cuccarese di Milano -. Si tratta comunque di prodotti che richiamano i marchi, ma sono realizzati in maniera decisamente più grossolona ed hanno costi nettamente inferiori ai capi veri. Non sono falsi d’autore».

Durante l’azione della guardia di Finanza, avvenuta nell’autunno 2022, erano stati sequestrati nell’emporio di Lacchiarella oltre un migliaio di capi d’abbigliamento tra magliette e pantaloni, tutti sono stati distrutti dopo il sequestro.

i precedenti

Lo scorso autunno sempre un commerciante cinese di Lacchiarella era stata condannato a Pavia ad un anno e 8 mesi per lo stesso reato contestato ieri: nell’emporio dove lavorava come commesso erano state trovate oltre 4mila borsette false, imitazioni di marchi come Burberry ed O’Bag. Ma in tribunale a Pavia c’è anche un altro procedimento che vede imputato un commerciante cinese di Lacchiarella e sempre introduzione di prodotti contraffatti, tra le parti civili anche il marchio “Univeristy of New York”. —

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