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Gaza, ipotesi di pace tra Israele e Hamas con un governo ad interim. I palestinesi: “Tel Aviv temporeggia”

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La pace a Gaza. Quello che tutti sognano potrebbe realizzarsi presto secondo le indiscrezioni pubblicate dal Washinton Post che vedrebbero un accordo fra Israele ed Hamas, dopo la guerra susseguente al brutale attacco terroristico del 7 ottobre. Anche se proprio Hamas, in un comunicato ufficiale, ha smorzato gli entusiasmi iniziali. Le indiscrezioni dagli Usa: “Governo […]

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La pace a Gaza. Quello che tutti sognano potrebbe realizzarsi presto secondo le indiscrezioni pubblicate dal Washinton Post che vedrebbero un accordo fra Israele ed Hamas, dopo la guerra susseguente al brutale attacco terroristico del 7 ottobre. Anche se proprio Hamas, in un comunicato ufficiale, ha smorzato gli entusiasmi iniziali.

Le indiscrezioni dagli Usa: “Governo di tregua a Gaza”

Israele e il movimento islamista palestinese avrebbero concordato un piano per l’istituzione di un “governo ad interim” a Gaza come parte della seconda fase di un potenziale accordo che porterebbe alla fine della guerra nella Striscia e al rilascio degli ostaggi rimasti. Lo ha scritto l’editorialista del Washington Post David Ignatius, citando un funzionario statunitense, secondo cui sia Israele che Hamas avrebbero accettato un piano di “governance provvisoria” che inizierebbe con la fase 2 dell’accordo di tregua, in cui né lo Stato ebraico né il gruppo islamista governerebbero Gaza. La sicurezza sarebbe garantita da una forza addestrata dagli Stati Uniti e sostenuta da alleati arabi moderati, costituita da circa 2.500 sostenitori dell’ Autorità nazionale palestinese a Gaza, che sono già stati identificati e confermati da Israele. Secondo la stessa fonte, Hamas ha detto ai mediatori egiziani e qatarioti di essere “pronto a cedere il controllo (della Striscia) nel quadro di un accordo su un governo ad interim”.

Rilascio degli ostaggi israeliani

L’accettazione da parte di Israele e Hamas di un “governo ad interim” della Striscia di Gaza sarebbe stato un punto di svolta per far sì che le due parti concordassero un “quadro” per il rilascio degli ostaggi e l’accordo di tregua. Secondo un funzionario statunitense di alto livello citato nell’editoriale, “il quadro è stato concordato” e le parti stanno ora “negoziando i dettagli della sua attuazione”. Tuttavia, sebbene il quadro sia pronto, un accordo finale probabilmente non è imminente e ci vorrà tempo per definire tutti i dettagli, riferiscono le fonti del quotidiano americano.

La proposta di Israele presentata a Biden

La proposta israeliana in tre fasi presentata a maggio scorso dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, stabilisce che durante un’eventuale prima fase di tregua di sei settimane Israele e Hamas avvierebbero negoziati sui termini della seconda fase dell’accordo. Nella prima fase sarebbe compreso il “ritiro delle forze israeliane da tutte le aree popolate di Gaza”, nonché il “rilascio di un certo numero di ostaggi, tra cui donne, anziani e feriti, in cambio della liberazione di centinaia di prigionieri palestinesi”. La fase 2 consentirebbe lo “scambio per il rilascio di tutti gli ostaggi ancora in vita, compresi i militari (israeliani) di sesso maschile”. Nella fase 3, aveva spiegato Biden, “inizierà un grande piano di ricostruzione di Gaza e i corpi degli ostaggi uccisi saranno restituiti alle loro famiglie”.

Il comunicato di Hamas

I mediatori non hanno ancora fornito ad Hamas nessun aggiornamento sull’andamento dei negoziati per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo ha affermato il gruppo palestinese, citato da The Times of Israel. Hamas, inoltre, ha accusato nuovamente Israele di voler “temporeggiare” per guadagnare giorni e ostacolare l’attuale round di colloqui.

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