Silos di Trieste, il Prefetto chiede di migliorare la sigillatura e di intervenire con la bonifica
TRIESTE Il 4 luglio, due settimane dopo lo sgombero del Silos (avvenuto il 21 giugno scorso), il prefetto di Trieste Pietro Signoriello ha inviato una comunicazione al presidente di Coop Alleanza 3.0, proprietaria della struttura - e, per conoscenza, al sindaco Roberto Dipiazza, ai vertici delle forze dell’ordine e al direttore dell’Asugi Antonio Poggiana - chiedendo di «migliorare dove necessario la sigillatura dell’immobile», in quanto dallo sgombero del magazzino si sarebbero verificati «sporadici casi di accesso» e addirittura «un principio di incendio a seguito dell’ingresso di un cittadino ucraino, poi allontanato dalla Polizia di stato».
Come era stato stabilito dall’ordinanza di sgombero (firmata dal primo cittadino), già dal pomeriggio successivo all’operazione, Coop Alleanza 3.0 aveva provveduto a transennare gli ingressi del Silos, coprendoli con dei teloni verdi, facendosi inoltre carico della sorveglianza per mezzo di guardie giurate private.
Ma da allora, «l’attività di monitoraggio della Questura – scrive il prefetto - ha evidenziato che la recinzione risulta facilmente valicabile, sia per le caratteristiche della rete metallica alta tre metri, sia per la struttura a quadrato che fornisce validi punti di appoggio utilizzabili come “scale” per l’accesso all’immobile».
Ulteriori punti di accesso sono rappresentati dal cancello vicino alla rampa di ingresso al parcheggio (lato Porto vecchio). Dal rapporto pervenuto alla prefettura, di cui si fa conto nella lettera, sarebbe inoltre emerso che «a oggi non risulterebbe effettuato uno specifico intervento di pulizia delle zone in questione» con «evidenti ricadute negative sotto il profilo dell’igiene attestate dell’elevata presenza di ratti e dalla percezione di odori nauseabondi provenienti dal sito del Silos», da cui il sollecito di Signoriello ad «assicurare gli interventi necessari all’eliminazione di tutte le problematiche di carattere igienico sanitario a suo tempo riscontrate dal competente servizio dell’Asugi e che hanno costituito il presupposto motivazionale dell’ordinanza sindacale di sgombero».