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Preso Giacomo Bozzoli, l’imprenditore latitante rintracciato e arrestato: era nella sua villa sul Lago di Garda

Incredibile ma vero: l’imprenditore 39enne Giacomo Bozzoli, accusato di omicidio premeditato dello zio Mario Bozzoli e di distruzione del suo cadavere nel forno della fonderia a Marcheno in provincia di Brescia, l’8 ottobre 2015. Condannato in via definitiva dalla Cassazione all’ergastolo. In fuga da 11 giorni, protagonista di una sparizione che ha impegnato gli inquirenti in una caccia all’uomo in mezzo mondo, Bozzoli è stato rintracciato e arrestato nella sua villa di Soiano.

Giacomo Bozzoli arrestato

Alle 17.45 di oggi i carabinieri del comando provinciale di Brescia hanno dato esecuzione all’ordine di carcerazione emesso dalla procura della Repubblica di Brescia a carico dell’imprenditore, che si era dato alla fuga e aveva fatto perdere le proprie tracce. L’uomo, inaspettatamente, è stato rintracciato nella propria villa di Soiano, sulla sponda bresciana del lago di Garda.

La fuga dell’imprenditore condannato finisce dove era cominciata

Finisce così, da dove era partita 11 giorni fa per l’esattezza, la fuga di Giacomo Bozzoli: dalla sua villa di Soiano, nel Bresciano, sul Lago di Garda. Sospetti. Dubbi. Ipotesi e un mandato d’arresto internazionale, culminano in un fermo che sa di beffa. Dopo l’arresto i carabinieri hanno portato l’imprenditore latitante nella caserma provinciale di Piazza Tebaldo Brusato a Brescia. Dove ora il 39enne verrà interrogato. E il Corriere della sera a riguardo precisa: «Sua la decisione di tornare a casa, consegnandosi alle forze dell’ordine».

Bozzoli arrestato dopo 11 giorni di latitanza

Le indagini sui suoi spostamenti ad oggi erano ferme alle immagini registrate dalle telecamere di un resort di Marbella: l’hotel Hard Rock, dove Bozzoli era stato visto e ripreso alla reception dell’albergo spagnolo in compagnia di moglie e figlio. Dopo quei fotogrammi, poi, più nulla: l’uomo era letteralmente sparito, facendo perdere le sue tracce. Moglie e figlio, invece, erano rientrati in Italia il 4 luglio, in treno fino alla Stazione centrale di Milano.

Le audizioni di moglie e figlio dell’imprenditore non avevano portato a nulla

A quel punto sono cominciate le audizioni dei familiari: la compagna, Antonella Colossi, ascoltata per ben due volte dagli inquirenti – l’ultima solo martedì scorso – aveva negato di sapere dove fosse l’imprenditore, rendendo su date, spostamenti e viaggio, informazioni lacunose e incongruenti e trincerandosi dietro un inscalfibile «non ricordo». Adducendo come motivazione vuoti di memoria e un forte stato di choc invalidante, sopravvenuto dopo la notizia della sentenza della Cassazione.

Oggi pomeriggio, poi, la svolta: Bozzoli rintracciato e arrestato nella sua villa

Anche il figlio della coppia, ascoltato in audizione protetta il 10 luglio in Procura con il supporto di psicologi forensi, aveva di fatto confermato la versione fornita dalla mamma. Nel vuoto di informazioni e nel buio totale di riferimenti, le ipotesi in questi dieci giorni non sono mancate. Anzi, hanno animato comunque le ricerche degli inquirenti che si stavano estendendo dal Sul America alle Isole di Capo Verde in Senegal. E non prima di aver contemplato – e quindi escluso – la pista che portava nei Balcani come quella che puntava sul Marocco.

Le piste seguite dagli inquirenti, poi la svolta più inaspettata

Tutte possibilità considerate, esaminate, e oggi definitivamente annullate dall’arresto dell’uomo, rientrato nella sua villa di Soiano. Chissà, forse cedendo agli appelli dei familiari: a partire dal padre Adelio, che in questi giorni ha a più riprese invitato il figlio a tornare e a costituirsi. E dunque lì, in quella casa dove la fuga è cominciata, si è anche conclusa. I carabinieri hanno prelevato e scortato in caserma Giacomo Bozzoli, che ora dovrà spiegare tempi e modalità di una rocambolesca fuga, finita nel più imprevedibile dei modi.

 

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