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Per la sicurezza a Udine sono in arrivo gli street tutor: ma cosa sono gli “educatori di strada” e cosa possono fare? 

Informare e sensibilizzare i cittadini, residenti e non, sulle ordinanze e sui regolamenti comunali, promuovendo il rispetto reciproco e la civile convivenza. Per riuscirci il Comune si affiderà agli “street tutor” , chiamati a operare in città per migliorare la qualità della vita urbana nel rispetto delle regole.

Cosa faranno

A partire dall’ultimo week-end di luglio e per otto settimane dodici “street tutor” opereranno in centro storico. Si tratta di educatori di strada, figure appositamente formate e impiegate da una società specializzata in attività di prevenzione dei rischi in spazi pubblici aperti, in particolare frequentati da giovani, con il compito di informare e insegnare le buone pratiche di comportamento, pubblicizzando e intervenendo all’occorrenza per far rispettare tutte le regole stabilite dal nuovo Regolamento di Polizia e Sicurezza Urbana, approvato nell’ultimo consiglio comunale.

Gli “street tutor” avranno come punto di ritrovo il comando della polizia locale di via Girardini. Indossata un’apposita pettorina, opereranno nell’orario della movida, dalle 19 alle 23, i venerdì e i sabati. Suddivisi in tre gruppi si posizioneranno nelle zone limitrofe a via Mercatovecchio, piazza Matteotti e piazzetta Lionello.

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Le parole dell’assessore

«Si tratta di nuove figure professionali specifiche che potranno essere impiegate in attività di prevenzione dei rischi e di mediazione dei conflitti, nelle aree più delicate della città – spiega l’assessore a Polizia locale e Sicurezza urbana, Rosi Toffano –. È un progetto che abbiamo anticipato anche in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica».

Toffano aggiunge: «L’utilizzo degli street tutor è coerente con la nostra strategia di sicurezza urbana, che comprende sia l’aspetto della prevenzione, con azioni finalizzate a promuovere la cultura della legalità, sia il potenziamento del servizio di controllo, grazie all’assunzione dei nuovi agenti di polizia locale e alle convenzioni con le guardie giurate in contesti specifici. È importante sottolineare il legame fra queste figure, la polizia locale e le forze dell’ordine: soltanto con una strategia articolata – assicura – si possono affrontare questioni che richiedono modalità e livelli di intervento differenti».

Mediatori e informatori

Gli “street tutor” non svolgeranno funzioni di ordine pubblico, ma agiranno esclusivamente come mediatori e informatori, collaborando strettamente con la prefettura, la questura, il comando dei carabinieri e la polizia locale. Il loro compito sarà di educare e sensibilizzare attraverso la distribuzione di flyer e locandine. In caso di eventuali episodi anomali avviseranno le forze dell’ordine. Il personale impiegato infatti è qualificato e addestrato in tecniche di comunicazione assertiva, mediazione interculturale e gestione delle emergenze. Questa iniziativa prende ispirazione da ciò che è già stato realizzato in altre città italiane come Venezia, Padova, Bologna, Brescia, Lido di Jesolo, Bibione.

Sicurezza e comitati

La capogruppo della Lega in consiglio comunale, Francesca Laudicina, torna sulle polemiche scaturite dopo la manifestazione in ricordo di Shimpei Tominaga organizzata dal Comitato Udine Sicura: «Che c’è di male se un gruppo di cittadini aderenti ad un comitato vuole manifestare? Semmai il vero problema è della maggioranza al governo della città, che non sa leggere o non vuole leggere i segnali che i cittadini le stanno mandando. Ricordo che il Comitato Udine Sicura non è altro che la riproposizione di altri comitati cittadini di questi ultimi anni. Tutti penso ricordino il comitato “Autostoppisti” (diventato poi Spazio Udine) del candidato sindaco Ivano Marchiol e quello “Costruire Futuro” della candidata consigliera Antonella Eloisa Gatta (ora Lista Civica De Toni). Quindi non riesco a capire – chiude Laudicina – perché quei comitati erano graditi mentre quello di oggi no»

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La replica di Gatta

Antonella Eloisa Gatta, consigliere della lista De Toni, dopo aver proposto la costituzione di un reparto Falchi per contrastare lo spaccio di droga, risponde alle osservazioni del leghista Andrea Cunta: «Il mio non è stato un mero suggerimento, ma una precisa richiesta di impegno a compiere gli approfondimenti e gli atti volti a richiedere la valutazione dell’istituzione del Falchi agli organi competenti. Oltre a questo – aggiunge – ricordo come il sindaco sia stato accusato di non aver “battuto i pugni” nelle sedi opportune per richiedere interventi nell’ambito della sicurezza, e ora che lo sta facendo non va bene lo stesso. Cerchiamo di essere seri: per affrontare il tema serve serietà e metodo, non azioni scomposte o di facciata».

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