Quando lo Stato fa di tutto per non farsi amare
A volte sembra che lo Stato faccia di tutto per non farsi amare. Due sono le notizie delle ultime ore che ci portano a questa considerazione.
La prima riguarda una sentenza della Cassazione scoperta da La Verità e che racconta l’incresciosa fine della vicenda giudiziaria di una società in lotta contro l’Amministrazione Pubblica. In sintesi.
La società ha fatto dei lavori per la PA, la quale però non ha ancora pagato (e stiamo parlando di diverse centinaia di migliaia di euro). L’Agenzia delle entrate intanto chiede alla società l’anticipo sulle tasse. La società risponde: non posso versartele, non ho soldi dato che non mi hai pagato. La vicenda finisce in tribunale. In primo e secondo grado i giudici danno ragione alla società. La Cassazione eprò ribalta il risultato. Un assurdo che è nulla rispetto alla motivazione: “Siccome si sa che lo Stato è un “cattivo pagatore” l’azienda è obbligata a mettere in essere tutte le misure necessarie per adempiere agli impegni con il fisco”. Traduco: non solo non devi lamentarti, ma devi anche aprire un mutuo o una cosa simile a spese tuae perché tutti sanno che lo Stato non paga.
Cornuti e mazziati…
La seconda vicenda riguarda Giovanni Toti a cui oggi è stata negata per la seconda volta la revoca dei domiciliari. “Rischio di reiterazione del reato” dicono i giudici di Genova. Una cosa che alla luce dell’inchiesta stessa è assurda. E se credete che la mia sia la solita posizione di un giornalista di un settimanale di destra sappiate che è la stessa scritta nero su bianco nel suo editoriale di oggi da Marco Travaglio…
Siamo un paese così. Un paese dove la giustizia non ha spesso una logica e si arriva al punto che un assassino condannato in primo e secondo grado sia stato lasciato libero (stiamo parlando di Giacomo Bozzoli, l’uomo che ha ucciso lo zio ed ora è ricercato in tutta Europa dopo la fuga cominciata pochi giorni prima della sentenza definitiva della Cassazione) e tiene in ai domiciliari, da due mesi, Giovanni Toti colpevole, ormai pare chiaro, di essere un politico antipatico.
Siamo un paese dove si dà per scontato che lo Stato paghi con i modi ed i tempi che vuole (spesso scorretti) aziende che si trovano strozzate, senza un euro, per colpa dello Stato stesso che poi però pretende i pagamenti delle tasse con ben altre tempistiche.
Sono cose che difficilmente un governo, qualsiasi governo di qualsiasi schieramento, potrebbe cambiare. Sono il cancro che ormai fa parte del sistema e contro il quale, purtroppo non sembra esserci alcuna cura.