World News

Libreria Saba di Trieste, ecco come procedono i lavori e quali sono le incognite sulla gestione

Cronoprogramma del restauro alla mano, a cavallo tra ottobre e novembre la libreria antiquaria Umberto Saba potrebbe riaprire. Usare il condizionale è d’obbligo, visto che ad accogliere curiosi, turisti e clienti non ci potrà più essere il suo storico “custode”: Mario Cerne, che a 82 anni se n’è andato infatti nel gennaio scorso e sostituirlo non sarà cosa semplice.

[[ge:gnn:ilpiccolo:14480903]]

Era Cerne a conservare la memoria di Umberto Saba: suo padre fu lo storico commesso del poeta e poi ne rilevò il negozio. Ora saranno gli eredi di Mario Cerne – la moglie e la figlia – a decidere il futuro della libreria antiquaria di via San Nicolò.

Facciamo un passo indietro, partendo dal chiarire alcuni punti. La libreria è chiusa dall’estate 2023 e i lavori di restauro sono iniziati nel febbraio scorso.

L’immobile che ospita la libreria è di proprietà della Comunità ebraica di Trieste, che ne sta curando il restauro conservativo grazie a una raccolta fondi.

La società Umberto Saba libreria antiquaria e i beni mobili presenti all’interno fanno invece capo agli eredi Cerne. Delle migliaia di libri presenti – rimossi dagli scaffali per permettere il restauro in corso – circa 800 fanno parte del Fondo sabiano: una sezione vincolata che non può essere venduta e deve restare lì dove si trovava. Dal 2012 la libreria gode infatti di un vincolo di studio d’artista. Sotto l’egida del ministero dei Beni culturali sono posti anche il “quaderno degli acquisti”, i cataloghi storici, la scrivania del poeta, la macchina da scrivere e le schede di catalogo compilate da Saba.

Di recente gli eredi di Cerne hanno commissionato una stima delle migliaia di libri che non rientrano nel Fondo sabiano. A curarla è stato Franco Zorzon. La quotazione è stata fissata tra 6 mila e 8 mila euro: alcuni sono classificabili come libri da rigatteria, molti non sono in buone condizioni.

Il restauro intanto prosegue. È terminata la delicata sistemazione del pavimento in parquet ed è iniziato il riposizionamento delle librerie perimetrali. In questi giorni prenderà invece il via il restauro delle carte da parati e quello conservativo sui mobili. «Tutti i segni del tempo si devono vedere», ha precisato la Soprintendenza che segue ogni intervento. Nel mese di settembre dovrebbe iniziare il “rientro” di tutti i libri.

A quel punto la Comunità ebraica – il locatore – avrà fatto la sua parte e spetterà alla famiglia Cerne, cui fa capo l’azienda – il locatario – provvedere alla riapertura. Va considerato che la libreria Saba è stata tra i primi soci dell’Associazione librai antiquari italiani fondata nel 1947 a Milano. La gestione, quindi, dovrebbe continuare a garantire elevata competenza. Gli eredi starebbero valutando un affitto d’azienda.

Nel 2022 ci fu un interessamento del gruppo editoriale Ronzani, coadiuvato da Simone Volpato, titolare della libreria antiquaria Drogheria 28, e da Massimo Battista, che lo scorso anno ha inaugurato la libreria antica e moderna Zeno Bandini. Non se ne fece nulla, così come non se ne fece nulla della possibilità presa in considerazione da Mario Cerne di donare tutto alla Comunità ebraica, affinché si facesse carico di portare avanti la gestione.

Da indiscrezioni sembra invece essere in atto un’interlocuzione tra i Cerne e Battista. Comunque, per reggere economicamente –– chi la guiderà dovrà pagare circa 1.500 euro di affitto alla Comunità ebraica, oltre alle utenze e alla cifra stabilita con gli eredi per l’affitto d’azienda – la libreria dovrà sì mantenere una parte museale, ma sviluppare anche un’attività commerciale che, visto l’esiguo valore dei libri non vincolati, non potrà fare leva solo su quel patrimonio. Sempre tenendo presente che la libreria non può vendere libri recenti perché, appunto, è antiquari

Читайте на 123ru.net