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Raddoppio della galleria a Muggia, i geologi: «Terreni idonei»

Raddoppio della galleria a Muggia, i geologi: «Terreni idonei»

La Geosyntech incaricata dal Comune ha concluso analisi e carotaggi nell’area. Il comitato parla di «materiale disomogeneo». Il sindaco: «Informeremo i cittadini»

MUGGIA «Sulla base delle indagini e delle valutazioni tecniche si può affermare che l’area di studio presenta idonee caratteristiche geomorfologiche, geologiche, idrogeologiche, geotecniche e sismiche rispetto a quanto previsto dal progetto». Firmato e timbrato dal geologo Carlo Alberto Masoli della Geosyntech.

I tecnici incaricati dal Comune danno il proprio via libera ai lavori per il raddoppio della galleria di Muggia, a poco più di un anno dalla presunta partenza dei lavori, che renderanno necessari scavi importanti per i quali serviva appunto un’analisi geologica preliminare.

Ora l’analisi c’è, contenuta nella relazione geologica allegata al piano di fattibilità tecnico-economica dell’opera. Il documento spiega che, in corrispondenza del tracciato della galleria, sono stati eseguiti, lo scorso anno, cinque sondaggi geognostici a carotaggio continuo e un sondaggio geognostico a distruzione di nucleo. L’analisi ha saggiato la consistenza dei terreni composti da flysch, limo sabbioso, marne e arenaria. Alla luce dell’indagine svolta, la lunga relazione tecnica si conclude con un sostanziale via libera ai lavori, laddove la Geosyntech attesta «idonee caratteristiche rispetto a quanto previsto dal progetto».

L’esito dei carotaggi riaccende la discussione a Muggia. «C’è una preoccupazione più che legittima dei residenti – afferma Sergio Norbedo, portavoce del Comitato Gruppo alternative galleria – le cui abitazioni, in quanto prossime o soprastanti il nuovo tracciato, potrebbero subire dei danni a seguito dei lavori di consolidamento e scavo della nuova arteria. Preoccupazione che è aumentata dopo aver visto i carotaggi fatti a campione lungo salita delle Mura e salita ai Piai, che hanno evidenziato l’assoluta inconsistenza del terreno nel quale si andrà a scavare, costituito da materiale incoerente e disomogeneo, spesso frammisto a fanghiglia e strati di pietrame di modesta pezzatura, certamente con la presenza anche di banchi di arenaria compatta di cui però è impossibile stabilire la continuità e contiguità, dalla presenza di vene d’acqua, la cui presenza peraltro è storicamente nota».

Per il Comitato, inoltre, «riguardo alla tutela dei cittadini residenti, l’amministrazione è stata alquanto vaga e per nulla rassicurante non avendo messo in campo alcuna iniziativa al riguardo, per cui gli eventuali contenziosi per danni causati dai lavori ricadranno sulle spalle delle famiglie e di enti terzi, che dovranno vedersela con l’impresa esecutrice, sulla quale l’amministrazione comunale scaricherà ogni responsabilità al riguardo».

Il sindaco di Muggia, Paolo Polidori, ha voluto invece rassicurare i cittadini residenti al di sopra della galleria: «Partiremo a breve con un’intensa attività di informazione e di comunicazione alla cittadinanza, anche con l’ausilio di uno schermo nei pressi dell’ingresso all’Ufficio anagrafe, in modo da fornire un quadro esaustivo di dati istituzionali, quindi certi, relativamente ad ogni passaggio, dalla fase del cantiere a quella della situazione al termine dei lavori, passando attraverso ogni fase, rilevante o meno, come il piano del traffico, il confronto tra inquinamento ante e post lavori, così come per la velocità dello stesso. Dimostreremo, dati alla mano, gli innumerevoli miglioramenti per i cittadini di Muggia».

Il primo cittadino attacca il comitato: «Vengono pubblicate foto di carotaggi, effettuati qualche mese fa, laddove io stesso concluderei, da profano, che quell’insieme di fango, flysch e marna non è sicuramente roccia granitica solida e massiccia. Ma proprio qui sta l’inspiegabile paradosso: le persone e le famiglie che stanno sopra un terreno come quello sono più tranquille se non si fa nulla o se si consolida la volta della galleria, che andrebbe ad aumentare di molto la loro sicurezza? È quindi preferibile abitare sopra una galleria dichiarata oggi a rischio idrogeologico o mettere in atto un’opera che, anche in fase di lavorazione, con sistemi di scavo a basso impatto di vibrazioni e con continui monitoraggi sugli edifici sovrastanti, andrà ad aumentare di molto la stabilità generale?». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

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