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Clinica sanitaria o polo culturale? Il rebus del Castello Alimonda a Sagrado

Clinica sanitaria o polo culturale? Il rebus del Castello Alimonda a Sagrado

foto da Quotidiani locali

SAGRADO Parliamoci chiaro: farcela in tempo per GO!2025 pare una chimera. Ciò non toglie che la macchina per regalare un futuro certo al castello degli Alimonda a Sagrado, “Miramare sull'Isonzo” com’è stato ribattezzato da qualcuno, vada comunque rimessa in moto da subito. E la volontà politica, a quanto pare, c'è. Determinazione in questo senso è emersa nel corso del sopralluogo fatto a Sagrado, oltre che nella Zona Sacra del San Michele, dai componenti delle V Commissione consiliare regionale, con presenze bipartisan: il leghista Diego Bernardis, il civico Enrico Bullian, i dem Diego Moretti, Laura Fasiolo, Marko Pisani, e l’esponente di Alleanza Verdi e Sinistra Serena Pellegrino sono stati guidati dal sindaco Marco Vittori e dall'architetto Roberto Daris alla scoperta di un autentico gioiello nascosto, edificato nel 1885 dai fratelli triestini Alimonda che lo adibirono a clinica per le cure elettroterapiche e poi divenuto scuola gestita dalle suore.

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È proprietà del Comune dal 1982. Conta tre piani da circa 300 metri quadrati cadauno, con decine e decine di vani di tutte le dimensioni. E ancora una terrazza e una zona verde di pertinenza che si affacciano sul fiume, con una vista suggestiva – e inedita – e una disponibilità di spazi che lasciano sognare attività indoor e outdoor. Spazi per conferenze e happening culturali, aule studio, ma anche una foresteria, un'officina e servizi di accoglienza bike friendly e - perchè no - un caffè o ristorante. Di qui del resto passerà la nuova ciclovia, Vittori sogna da tempo pure una stazione ferroviaria adeguata a mini polo intermodale ruota/gomma/bici. L'edificio punta a rinnovarsi dunque sia come contenitore culturale che ricettivo.

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Sei lotti di intervento e poco meno di 2 milioni di euro (fondi regionali) sinora non sono bastati a concludere un'operazione che dura da 20 anni. Ne serviranno parecchi altri - almeno 5 secondo i tecnici - per arrivare in fondo. Ora toccherebbe anzitutto a interni, impiantistica, arredi, ascensori. Tramontata per ragioni politiche l'ipotesi di farne la sede del Centro Culturale del Monfalconese - Vittori sceglie il fair play e non tocca l'argomento - ora i pianeti devono allinearsi. A meno che non si faccia vivo un mecenate: tempo fa un imprenditore aveva lanciato l’idea di ricavarci un polo sanitario con tanto di Spa e palestra, ma l'approccio finì nel nulla. E allora tocca al pubblico.

I segnali sono confortanti: la giunta regionale a fine dello scorso anno accolse in sede di Legge di stabilità un emendamento a riguardo del tandem Bullian-Moretti. «Il Castello Alimonda merita massima attenzione: si trova in un punto strategico dell’Isontino, anche in una prospettiva ambientale, posto ai piedi dei rilevati carsici e nei pressi dell’itinerario della Ciclovia di interesse regionale FVG-5, lungo il corso dell’Isonzo, che dovrebbe essere realizzata in questo biennio dalla Regione», concordano al termine i consiglieri regionali.

Nel corso della mattinata i lavori della V Commissione sono proseguiti a Ronchi nella sede dell'associazione culturale Leali delle notizie. Si è parlato dell'acquisto della struttura di Isontina Ambiente in Via Cau de Mezo per creare un ambiente culturale a disposizione dell'associazione e della comunità. A seguire il vertice con il Consorzio culturale del Monfalconese e la visita al cantiere di via Duca d'Aosta dove sta sorgendo il nuovo centro di catalogazione e conservazione del patrimonio del Ccm. «Sarà interessante – cosi Bernardis, Bullian e Moretti - visionare lo stato di avanzamento di questi lavori, la cui stazione appaltante fa capo al Consorzio di Bonifica della Venezia Giulia. Si creerà un polo culturale importante di valenza assolutamente sovracomunal». —

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