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Francia nel caos, Attal si è dimesso. La sinistra ha il nome per il premier, Macron isolato

La Francia è nel caos. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha accettato le dimissioni del primo ministro Attal. Lo ha reso noto l’Eliseo con un comunicato, in cui si afferma che il governatore uscente resta in carica per garantire la gestione degli affari correnti fino alla nomina del prossimo esecutivo. “Finché questo periodo termini il più rapidamente possibile, spetta alle forze repubblicane lavorare insieme per costruire un’unione su progetti e azioni al servizio dei francesi e dei francesi”, spiega la presidenza della Repubblica. Ma il punto politico è che dopo tante tensioni il Fonte Popolare ha il nome per il successore di Attal e Macron (insieme ai repubblicani) rischia di rimanere isolato come tutti i moderati, consegnando la Francia ai radicali.

Faure: “Abbiamo il nome da proporre al presidente”

La sinistra francese, riunita nel Nuovo Fronte popolare, ha trovato un’intesa sul nome da proporre per la carica di primo ministro. Lo ha annunciato il segretario del Partito socialista, Olivier Faure, senza però rivelare la persona scelta. “Siamo d’accordo per una candidatura unica”, ha detto Faure all’emittente televisiva “Lci”, spiegando che saranno i capigruppo all’Assemblea nazionale ad annunciarne il nome.

Melènchon aveva bocciato Tubiana

La France insoumise (il partito di Melènchon)  aveva dapprima bocciato la proposta avanzata da socialisti, comunisti ed ecologisti di indicare Laurence Tubiana come candidata primo ministro per il Nuovo Fronte Popolare. Secondo LFI le posizioni politiche di Tubiana sono troppo vicine a quelle di Emmanuel Macron e come tale non può portare avanti il programma della coalizione di sinistra. Per il coordinatore del partito d Melènchon, Manuel Bompard, “il Partito socialista deve rinunciare a porre il veto su tutte le candidature che non siano proposte da loro”. “Da otto giorni lavoriamo per formare un governo del Nuovo Fronte Popolare per attuare il programma”, ha ricordato Bompard, aggiungendo che non si possono “far entrare dalla finestra i macronisti cacciati dagli elettori durante le elezioni legislative”.

La Francia e i dubbi di Macron

Ad otto giorni dal secondo turno e a dieci giorni dalla inaugurazione delle Olimpiadi (che richiameranno l’attenzione mediatica mondiale) la Francia è seduta su una polveriera. Macron vorrebbe un’alleanza che emargini il partito di Melènchon ma sembra difficile trovare i numeri e, soprattutto, reggere l’urto di un radicalismo che potrebbe comportare dei problemi proprio in concomitanza con i Giochi olimpici, con le ale estreme dei sindacati pronte a fermare la Nazione. Oggi la novità di un candidato comune del Fronte che spariglia i giochi dell’Eliseo.

Procaccini: “La politica delle antitesi non funziona”

“La sinistra francese è già divisa, com’era prevedibile, a pochi giorni dalle elezioni politiche. Chi agisce solo in funzione antitetica poi si trova in queste situazioni. Sapevamo che il cordone sanitario contro il RN avrebbe prodotto tutto questo. Qualsiasi governo nasca a Parigi sarà divisorio e non rappresenterà tutte le parti in causa. La Francia è una grande Nazione che non meritava un epilogo del genere. Anche i nostri connazionali che hanno esultato, da sinistra, per il risultato del secondo turno dovranno ammettere che è stata una vittoria di Pirro e una sconfitta per la Francia, che rischia di sprofondare nella ingovernabilità alla vigilia delle Olimpiadi”. Lo afferma il Co-Presidente di ECR, Nicola Procaccini.

 

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