A Gaza continuano i raid israeliani: i pochi ospedali semi-distrutti non reggono il flusso di feriti
A seguito degli attacchi avvenuti oggi a Gaza, i team di Medici Senza Frontiere (Msf) hanno risposto ancora una volta ad un afflusso massiccio di feriti al Nasser Hospital e alla clinica di Msf a sud di Gaza, nonché all’ospedale di Al Aqsa nella zona di Deir El Balah. Questo avviene pochi giorni dopo che l’ospedale Nasser ha ricevuto centinaia di feriti e morti dopo l’attacco israeliano ad Al Mawasi.
«L’entità delle perdite è sconcertante, quasi tutte le persone che incontriamo hanno perso un genitore, un figlio, un coniuge», afferma Javid Abdelmoneim, responsabile medico di Msf a Gaza. «Per nove mesi abbiamo assistito a morte e traumi quasi costanti. Nessun luogo di Gaza è risparmiato da questo spargimento di sangue», ha aggiunto.
Dall’inizio di luglio, le équipe di Msf hanno risposto a quattro diversi episodi con un afflusso di massa di feriti. Ad ogni attacco il personale medico di Gaza è sottoposto a una pressione insostenibile in un sistema sanitario che è già al limite, conclude la nota di Msf.
Dall’inizio di luglio, le équipe di MSF hanno risposto a quattro diversi episodi con un afflusso di massa di feriti. Ad ogni attacco il personale medico di Gaza è sottoposto a una pressione insostenibile in un sistema sanitario che è già al limite.
“Il personale medico fa del suo meglio per salvare vite umane in ospedali già sovraccarichi e privi anche delle forniture più basiche” dice Abdelmoneim di MSF. “Ma ogni secondo in cui i combattimenti continuano e le forniture salvavita vengono ritardate e bloccate per entrare a Gaza, altre persone muoiono”.
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