World News

Tela ritrovata e restituita, era stata rubata 31 anni fa

Una tela raffigurante “L’Educazione della Vergine”: ecco il dipinto ritrovato e restituito alla casa di riposo AltaVita Ira in via Beato Pellegrino. L’opera, rubata 31 anni fa, è stata presentata nella sala polivalente della struttura, alla presenza della direttrice generale Sandra Nicoletto e di monsignor Roberto Ravazzolo. In occasione della ricorrenza della Beata Vergine del Monte Carmelo del 16 luglio, nel centro servizi Beato Pellegrino si è tenuta una celebrazione in onore di Sant’Anna e Maria con la presentazione dell’opera.

Si tratta di un quadro recuperato, nel gennaio di quest’anno, dal nucleo dei Carabinieri Tutela patrimonio vulturale di Venezia, dopo che nel 1993 era stato rubato dall’Oratorio dell’ex monastero del Beato Pellegrino a Padova, storica sede della casa di riposo Ira.

La storia del dipinto

«Un tempo il centro servizi era in via Sperone Speroni nel monastero di Sant’Anna dove, dal 1821 al 1883, ha operato e probabilmente dove si trovava anche il quadro» ha raccontato la direttrice Sandra Nicoletto, «Quando il monastero è stato chiuso, perché la casa di ricovero ha trasferito tutte le sue attività in via Beato Pellegrino, l’opera è stata trasferita nell’oratorio della stessa via.

Questa “Educazione della Vergine” realizzata nel 1832, il cui autore è rimasto sconosciuto, nell’ottobre del 1993 è stata rubata con tutto l’allestimento sacro dell’oratorio, compresi altri quadri. Solo nel gennaio di quest’anno, dopo 31 anni, è stato ritrovato e restituito a noi dai Carabinieri. Abbiamo deciso di trasferire l’opera in via Mazzini 14 nella sede centrale dell’istituto, dove verrà appeso a una parete».

Un quadro speciale

L’opera è particolarmente interessante proprio perché restituisce agli spettatori un momento della vita di Maria non intercettabile nei Vangeli ufficiali ma soltanto in quelli apocrifi. «È un quadro speciale: porta i segni delle fasi della vita» ha detto monsignor Roberto Ravazzolo, rettore della chiesa di San Gaetano,

«Dopo il furto, è stato ritrovato in ottime condizioni e verrà esposto dove sarà godibile e fruibile. Rappresenta un tema di cui non troviamo traccia nei Vangeli: l’educazione della Vergine. Qui, infatti, non ci sono indicazioni sulla sua nascita, infanzia ed educazione, così come dello sposalizio; tutte cose queste che, invece, sono contenute nei Vangeli apocrifi: testi nati nei primi secoli, a completamento delle fasi della vita di Gesù e degli apostoli, che non sono diventati vincolanti per la fede, ma che hanno uno scopo edificante di un certo rilievo. In particolare, in quello di Giacomo, si parla dell’infanzia di Maria e dall’educazione che avrebbe ricevuto dalla madre».

Tema questo, non tanto sviluppato nel primo millennio, quando, «ad eccezione di questo protovangelo e dello pseudo di Matteo (scritto attorno al nono secolo), se ne perde la rilevanza che riaffiora poi nel quattordicesimo secolo nel nord Europa, in abbinata all’attenzione che si aveva per la madre Anna. Qui appare interessante perché sottolinea l’umanità di Maria, una bambina che, come tutti noi, ha fatto fatica a imparare a leggere e a scrivere. Nell’opera vediamo il momento in cui Anna è seduta come una maestra e Maria, appoggiata alle sue ginocchia, è intenta a leggere un cartiglio scritto con dei segni in ebraico».

Читайте на 123ru.net