World News

I mille pericoli del Brenta, pescatori e nuotatori concordi: «Nessun tratto è considerato sicuro»

«Il Brenta non è sicuro neanche per chi lo conosce». Steve Fasolo, presidente de “La Sorgente”, associazione di pesca sportiva, non ci gira intorno: «Non esistono luoghi sicuri. Il Brenta dell’Alta», spiega, «ha la caratteristica di cambiare il letto a ogni piena: qui il fiume è sempre diverso a differenza di Bassano, e quindi cambia percorso e profondità. Non è un fiume, ma un torrente e ha un corso d’acqua non prevedibile».

[[ge:gnn:mattinopadova:14479542]]

Un cambiamento continuo: «Noi da pescatori lo viviamo con attenzione perché capita di attraversarlo per raggiungere un posto migliore per pescare, ma nel frattempo muta il livello dell’acqua, e quindi diventa difficile – anche impossibile – ritornare».

Esistono aree in cui l’attraversamento può essere sereno? «Posti del tutto e sempre sicuri non esistono, il Brenta non è una piscina. Generalmente i luoghi più pericolosi sono a valle del ponte della ferrovia Treviso-Vicenza, mentre quelli più sicuri – ma sempre con cautela – vanno dal ponte sulla Postumia verso nord, a monte».

[[ge:gnn:mattinopadova:14475671]]

Cosa si può fare? «Servirebbero sicuramente più controlli. Sotto il Ponte della Vittoria a Campo San Martino ci sono andato, è davvero un bel posto, e quindi richiama gente da fuori. E ci sono pure dei bei pesci. Chiuderlo farebbe mancare la sorveglianza dei pescatori, un presidio importante. Noi siamo più consapevoli perché conosciamo il movimento dell’acqua, abbiamo dimestichezza con il fiume e lo sappiamo interpretare», conclude Fasolo.

Chi sa nuotare pensa di poter affrontare pure il Brenta di correnti e mulinelli, ma è un pensiero pericoloso. Lo chiarisce in maniera netta e precisa Andrea Baggio, vicepresidente del Centro Nuoto Cittadella e allenatore di nuoto per salvamento: «Sono originario di Fontaniva, il Brenta lo conosco bene. È pericoloso per la sua conformazione, con il fondo torrentizio, e quindi non è sicuro per nessuno, neppure per un nuotatore esperto».

Ci sono tratti particolarmente profondi, si determinano mulinelli e vortici di particolare pericolosità, che provocano risucchi, complessi per chiunque. Risucchi di forza estrema, difficili, anzi impossibili da vincere.

Diventano decisivi specifici supporti: «Per essere soccorritore fluviale non basta saper nuotare bene, servono anche attrezzature specifiche. Immergersi nel Brenta in infradito e costume – anche per le temperature rigide dell’acqua – non è sicuramente l’approccio giusto. Neppure io sarei in grado di cavarmela, nonostante sia un nuotatore esperto: ripeto, servono ausili».

Baggio ribadisce una regola fondamentale: «Se non si è sicuri non ci si deve buttare in acqua. È un principio che vale anche per la piscina, dove però la temperatura è di 28-29 gradi, mentre in Brenta si scende a 12 gradi, e lo choc termico è tutt’altro che banale».

Читайте на 123ru.net