World News

Atti vandalici a Ca’ Foscari: 80 mila euro di danni ma la cifra aumenterà 

Atti vandalici a Ca’ Foscari: 80 mila euro di danni ma la cifra aumenterà 

foto da Quotidiani locali

Ottantamila euro. È a quanto ammontano i primi interventi che Ca’ Foscari sta sostenendo a fronte dei pesanti danni subiti tra il 2 e il 3 luglio scorsi, ma la cifra è destinata a salire. Sei sedi - centrale, Malcanton Marcorà, Palazzina Briati, campus di San Giobbe, Ca’ Vendramin, il campus di Via Torino - sono state oggetto di imbrattamenti, scritte, catenacci, serrature incollate. Un gesto compiuto nel giorno in cui in ateneo si è svolto il Senato Accademico.

Il tono delle scritte tornava sui rapporti tra l’ateneo veneziano e Israele, mettendo sotto accusa il ruolo dell’ateneo, dopo che - nelle precedenti sedute di Senato e Cda - aveva chiarito la propria posizione sul conflitto israelopalestinese. La posizione, ribadita, era quella di anteporre la ricerca alle fazioni: stabilito che i rapporti di ricerca con l’ateneo non erano soggetti a un “double use”, “doppio fine”, poiché legati alla conservazione e alla medicina, Ca’ Foscari aveva condannato fermamente la guerra in atto.

«C’è molta amarezza, non solo per i danni oggettivi che questi gesti vandalici hanno causato ma anche e soprattutto per il loro significato più profondo», afferma Lippiello di fronte a questa prima conta dei danni, «è stata colpita l’Università, un bene comune, un luogo di ricerca, di insegnamento e di dialogo, all’interno di una città come Venezia che è patrimonio mondiale dell’umanità».

Solo per il portale di ingresso alla sede centrale, opera in pietra d’Istria del quindicesimo secolo delicato per la sua porosità, l’intervento di ripulitura è stimato in 16 mila euro.

«L’imbrattamento del portale, il simbolo di Ca’ Foscari, punto di accoglienza per chiunque, è una ferita, oltre che un oltraggio all’arte e alla bellezza, un bene da custodire e da tramandare alle generazioni future», sottolinea Lippiello, «Non si tratta di espressioni di solidarietà per la tragica situazione in cui continua a versare la Palestina, ma piuttosto di gesti violenti e ingiustificabili. Sono forme di violenza preoccupanti, che mostrano un totale disprezzo per la cosa pubblica: si pensi, a titolo di esempio, che la cifra che l’Ateneo dovrà sostenere per riparare i danni materiali corrisponde a decine di borse di studio destinabili a studentesse e studenti».

Ad aver creato maggiori problemi all’ateneo nell’immediato, sono state le serrature bloccate con la resina epossidica, sia nella palazzina Briati che nella biblioteca di area umanistica Baum che al campus scientifico di via Torino. La sostanza collosa, reperibile in qualsiasi ferramenta, una volta solidificata diventa difficile da togliere ed è necessario smontare la serratura»

La Rettrice rivolge infine un ringraziamento «a tutte le istituzioni e le persone che, anche a titolo individuale, hanno espresso vicinanza e solidarietà alla nostra comunità».

Читайте на 123ru.net