Creare campioni nella vita, l’obiettivo del camp a Piancavallo dell’ex stella del rugby Martin Castrogiovanni
Due settimane di full immersion, nello sport, nella natura, nell’aria pulita. E soprattutto nei valori importanti della vita: la convivenza, la forza di volontà, l’inclusione.
È quello che hanno vissuto 480 ragazzi dai 7 ai 17 anni, 280 a “turno”, a Piancavallo con la Castro Academy, guidati da un’icona del rugby nazionale e internazionale come Martin Castrogiovanni.
La filosofia
È conosciuto in tutto il mondo, anche se chi non segue molto la palla ovale magari lo associa alla tv: l’istrionico ex rugbista azzurro si è fatto apprezzare in programmi popolari come “Ballando con le stelle” e “Tu si que vales”, al fianco di Belén Rodríguez.
Ma la notorietà non ne ha minimamente intaccato lo spessore umano. Chiusa la carriera professionistica sportiva, ha deciso di dedicarsi ai ragazzi, cui cerca di insegnare i valori del rugby e della vita, oltre alla tecnica di gioco.
L’importanza dello stare insieme in armonia, più che la cattiveria agonistica. E non per nulla il suo camp a Piancavallo ha festeggiato il decimo anno di attività (il nono effettivo, considerando la forzata pausa Covid), come sempre sold-out. I giovanissimi partecipanti arrivano da tutta Italia, da Roma, dalla Puglia, dalla Sardegna, addirittura dall’Inghilterra.
Forza fisica e mentale
«Quello che cerchiamo di fare è creare campioni di vita – afferma –, ai bambini che vengono qui il rugby piace, ma poi non è detto che continueranno a praticarlo. Non importa, il nostro obiettivo è mettere insieme bambini che possano diventare belle persone. Sono gli uomini del futuro e se noi insegniamo loro a stare in gruppo, a lavorare per superare ostacoli, comprendere l’inclusione, domani avremo un mondo migliore. Facciamo sedute di mindfullness, una forma di meditazione che aiuta a focalizzarsi sulla consapevolezza delle proprie capacità. La mente è un muscolo e, come tale, può e deve essere allenato. Aiutiamo ragazzi a superare i sempre insidiosi ostacoli del primo distacco da casa e dalla famiglia, del convivere con persone sconosciute, le difficoltà di affrontare la fatica, di doversi allenare due volte al giorno, come i professionisti: qui facciamo in una settimana quello che in un club fanno in due mesi e mezzo. Ma mettiamo al centro la persona, non l’atleta».
Via le barriere mentali
Nel camp estivo di Castrogiovanni, e dei 35 coach che lo affiancano, giocano insieme a rugby in carrozzina normodotati e disabili, per abbattere le “barriere mentali”.
«E spesso vincono proprio i diversamente abili – sottolinea Martin –, non immaginate quanto forti siano. In questo modo vogliamo far capire ai ragazzi che i coetanei in carrozzina sono atleti esattamente come loro, che disabilità non significa inabilità, che le diversità non devono spaventare».
E le disabilità accolte alla Castro Academy sono parecchie, di diversi generi. Riguardano anche adulti, che qui trovano la loro giusta dimensione e passano momenti indimenticabili. Per dire: la Romanes wheelchair rugby, squadra capitolina che punta a diventare il più importante club di rugby in carrozzina in Italia, viene qui a fare il ritiro.
La giornata tipo
I ragazzi del camp sono divisi in dieci gruppi per età e seguiti da ben 35 coach, anche internazionali. Uno di loro, per esempio, allena a Buenos Aires. Il coordinamento fa capo a Castrogiovanni.
Ci si sveglia alle 8, dopo la colazione si fanno due ore di allenamento, poi un’ora e mezza di mindfullness. Quindi il pranzo, un’ora e mezza di relax e giochi, dalle 16 altre due ore di allenamento e quindi si cena.
Ma non mancano altre attività di vario genere: camminate lungo i sentieri montani, educazione alla sostenibilità con la raccolta di rifiuti abbandonati. I ragazzi dormono all’hotel Stella Montis, il quartier generale è il 1301 Inn, adiacente al Palaghiaccio e ai campi sportivi esterni. Una vera oasi, soprattutto d’estate, di pace e divertimento.
Location perfetta
Il deus ex machina di questo bel progetto di sport e vita è entusiasta della location, a dispetto della distanza da Roma, città in cui vive.
«Perché abbiamo scelto Piancavallo? Senza dubbio per l’accoglienza che ogni anno ci riserva – spiega Martin – e poi perché qui le strutture sono di prim’ordine, perfette per ciò che facciamo. Qui si possono gestire senza problemi di spazio e senza preoccuparsi del traffico 240 bambini, non si soffre il caldo, si sta bene. È un posto che si sposa perfettamente con la nostra filosofia. Se continueremo a lungo a venire qui? Se non ci cacciano, non ho dubbi al riguardo».
E noi siamo fieri della nostra eccellenza.