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Gli “scarpetti” dalla Carnia al teatro Rossetti di Trieste

Mal ve ne incolga se le chiamate “friulane”. Con questo nome infatti la scarpa caratteristica delle nostre montagne è diventata un fenomeno planetario - la si trova ormai pure nelle botteghe più infime delle megalopoli dell’estremo oriente - contraffatta però, e lontanissima dal suo archetipo: gli scarpetti, o meglio “scarpèts de Cjarnie”, sono una tradizione che sta venendo ravvivata dalla virtuosa collaborazione fra il museo etnografico “Gortani” di Tolmezzo e la Regione Fvg, e diventeranno ora la calzatura ufficiale delle maschere del Teatro Stabile regionale, il Rossetti di Trieste.

L’iniziativa è stata presentata ieri mattina nel palazzo della Regione di piazza Unità, nel capoluogo regionale. Al banco dei relatori, la presidente della Fondazione Museo Carnico "Michele Gortani" Aurelia Bubisutti, l’assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen, l’assessore comunale ai teatri Serena Tonel e il presidente del Teatro Stabile Francesco Granbassi.

Si tratta dell’ultimo risultato di un lavoro che va avanti da tempo. Parliamo del progetto di tutela “Scarpetti. I Scarpèts de Cjarnie”, che il Museo Carnico delle Arti Popolari “Michele Gortani” conduce in collaborazione con la Regione, Erpac, Carnia Industrial Park, Enaip Fvg, la comunità montana della Carnia. Nell’ambito di questo progetto, il museo “Gortani” ed Enaip hanno curato un corso di formazione “tecniche di confezionamento artigianale di calzature”, dall’ottobre al marzo scorso, che ha diplomato 22 persone (selezionate tra le oltre 150 manifestazioni di interesse pervenute). Venti donne e due uomini che hanno avuto modo di imparare la tecnica artigianale direttamente da donne carniche che l’hanno avuta in eredità dalle generazioni prima di loro.

Dopo una prima collaborazione con Its Academy – Museum of Art in Fashion, la “scuola” di scarpèts del museo torna ora a Trieste. A fare da anello, stavolta, è stata Tiziana Sandrinelli (membro del cda del Rossetti) che ha messo in comunicazione il “Gortani” e lo Stabile: dopo un primo confronto, il teatro ha deciso di fare da vetrina a questo patrimonio di cultura materiale.

La presidente del “Gortani”, la già deputata leghista Bubisutti, cita il poeta Domenico Zannier, dicendo che «sullo scarpèt ha camminato per secoli e secoli l’anima della Carnia»: «Sentite parlare di “friulane” che stanno avendo un successo enorme, però nulla hanno a che fare con gli scarpetti della Carnia». I diplomati del corso hanno realizzato le scarpe che andranno in dotazione al Rossetti: «Sono commossa all’idea che le maschere del Teatro Stabile portino gli scarpetti». Le calzature sono state personalizzate con le stoffe, i colori e il logo del teatro. Ogni paio è stato realizzato e cucito interamente a mano, con tessuti in fibre naturali.

Il presidente Granbassi ha dichiarato: «Sentiamo forte la responsabilità e l’orgoglio di essere il Teatro Stabile del Fvg. Il nostro lavoro è volto anche alla valorizzazione di giacimenti culturali del territorio, ci occupiamo più spesso di prosa ma in questo caso stiamo valorizzando della poesia, perché questi scarpetti sono poesia pura». «Gli scarpèts sono calzature iconiche di questi anni e ci sembrava triste che la Regione che li ha inventati non fosse presente sul mercato. Non a caso i due prossimi bandi sulla formazione, da uno e quattro milioni, sono dedicati di nuovo alla riscoperta di antichi mestieri». —

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