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Anche Google parla friulano: ecco il traduttore online per la marilenghe

UDINE. Certo, la resa non è ancora perfetta al cento per cento. C’è qualche disallineamento ortografico e la struttura delle frasi non è sempre fedelissima. Ma l’approdo della lingua friulana su Google Translate – lo strumento di traduzione automatica lanciato nel 2006 da Mountain View – costituisce un grande passo in avanti per chiunque abbia a che fare con la marilenghe e, potenzialmente, una via di promozione dell’idioma, parlato da oltre 440 mila persone.

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L’annuncio è arrivato proprio da Big G, che ha spiegato come il friulano (annoverato però erroneamente tra i dialetti italiani implementati) sia tra le 110 nuove lingue supportate dal Traduttore, in quella che è definita «la più grande espansione di sempre» realizzata grazie all’intelligenza artificiale e «al nostro modello linguistico di grandi dimensioni PaLM 2», con funzionalità multilingue, di ragionamento e di codifica migliorate basate sulle ricerche di Google nel campo dell’apprendimento automatico e dell’intelligenza artificiale responsabile.

Le basi per lo sbarco del friulano su Google sono state gettate tre anni fa, quando la Regione ha deciso di adottare uno specifico piano di politica linguistica. E tra gli obiettivi affidati a Insiel (la società di Itc in house della stessa Regione) proprio quello di mettere a punto un traduttore automatico in friulano, che è in fase avanzata di sviluppo e dovrebbe vedere la luce nel 2025, anche in questo caso con il supporto di Google.

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Ad affiancare la spa regionale è stata, fin da subito, l’Agjenzie regjonâl pe lenghe furlane (Arlef) che ha fornito il contributo linguistico anche nell’ambito della partnership con Google, «una collaborazione – spiega il presidente di Insiel, Diego Antonini – nata in maniera spontanea e che non ha avuto bisogno di contratti, né di riconoscimenti economici. Il dato di partenza è che Google ha riconosciuto la valenza della lingua friulana, sfruttando per il traduttore il motore dell’Ia, mentre la nostra società ha messo in campo la capacità dei propri informatici per fornire agli sviluppatori un po’ di informazioni utili alla causa».

Come conferma Antonini, «la traduzione ha bisogno di essere ancora un po’ affinata, e anche per questo continueremo a collaborare con Google». Un concetto questo confermato anche dal direttore dell’Arlef, William Cisilino, che analizza proprio sotto il punto di vista linguistico l’applicativo rilasciato in questi giorni: «La base di partenza è buona, l’aspetto prioritario per la lingua friulana è l’utilizzo della grafia e dal punto di vista ortografico il sistema è perfetto, utilizza una grafia in linea con quella ufficiale».

«E se guardiamo alla resa delle traduzioni in altre lingue e dialetti, questo non è affatto scontato», aggiunge Cisilino.

Anche perché la “macchina” è alimentata di continuo e le prospettive per un salto di qualità sono a breve termine, sempre tenendo conto che il prossimo anno il traduttore di Insiel, per ora un prototipo, dovrebbe essere reso disponibile agli utenti internet: «La performance della traduzione sarà ulteriormente migliorata. Stiamo già testando – spiega Cisilino – un nuovo upgrade del traduttore, con l’inserimento di 100 mila allineamenti, cioè frasi in italiano e friulano, che vanta performance molto superiori a quelle del sistema rilasciato in questa fase». Prendendo come metro di valutazione un testo basilare, «gli errori sono di forma standard (“da” al posto di “de”) e di grammatica (“e je” al posto di “e sedi”).

In generale la traduzione, pur non fedele al 100 per cento, è abbastanza buona», conclude Cisilino.

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