IERARDI: “Mi piace scherzare, difendere e fare gol. La pesca una delle mie grandi passioni”
Riportiamo l’estratto di un’intervista a cura dell’ufficio stampa del Sudtirol, risalente a qualche anno fa, che consente di conoscere meglio il calciatore e l’uomo Mario Ierardi, ufficializzato nelle ultime ore dal Catania FC. Viene definito “un guerriero”, “forte, tenace, determinato, allegro”. Difensore “di peso e spessore”.
Cresciuto inizialmente nel vivaio del Milan, due anni, un infortunio, l’approdo alla Pro Patria. Nell’estate del 2014 è stato acquistato dal Genoa, in forza al quale ha disputato un campionato under 17 (20 presenze e 1 gol) e due campionati Primavera per complessive 34 presenze e 7 gol. Cinque panchine in prima squadra. Nella stagione 2017/2018, il suo primo campionato professionistico nel girone B di serie C con il Ravenna, poi le esperienze maturate con il già citato Sudtirol, Pescara, Vicenza e Lecco
«Diciamo che al calcio mi sono avvicinato relativamente tardi. Ho sempre coltivato la passione per lo sport e ho cominciato con l’atletica leggera, seguendo mio fratello Marco – le parole di Ierardi -. Ho fatto gare di velocità, staffette eccetera. Ho sempre corso in scioltezza, nonostante l’altezza. Nei Camp estivi ho provato vari sport: dal tiro con l’arco al calcio eccetera. Ho conosciuto diversi ragazzi, che poi hanno scelto di giocare al calcio e, ad un certo punto, ho lasciato l’atletica per dedicarmi al pallone per stare con i miei amici. Ho un carattere abbastanza scherzoso. Mi piace difendere, ogni tanto mi capita di fare gol e mi piace molto. Sfrutto probabilmente quanto ho imparato in una stagione giocata da attaccante».
«Posso dire che nel Genoa ho trovato un ambiente professionale, organizzato, strutturato, con la cura dei dettagli e dei progetti. Ho fatto tante belle amicizie, sono partito ragazzino da casa per rincorrere un sogno, per coltivare una passione e ringrazio chi mi ha consentito di farlo. Ho fatto le mie esperienze, ho imparato a gestire varie situazioni, nella vita e dello sport e ho ancora molto da apprendere, ma ho la fortuna di avere vicino persone preziose». I genitori lo hanno assecondato nelle scelte, supportando quando, giovanissimo, ha lasciato casa e amici. «L’importante – disse sua mamma – era che quel ragazzino diventasse uomo forte e leale nella vita e sul campo, sempre con il sorriso tra le labbra».
«L’esperienza con le nazionali giovanili? Alla maglia azzurra non avevo mai pensato, è arrivata ed è stata una soddisfazione enorme, anche perché sei consapevole che ogni chiamata è frutto di una selezione. La rottura del crociato nel 2016? Stavo attraversando un buon periodo, con obiettivi importanti di fronte. Quanto ti infortuni il problema non è tanto il recupero, ma il quando e il come. Ti poni tante domande e devi reagire con la testa prima di tutto. Io ragazzo social? Poco, molto poco. Fin da piccolo ho sempre preferito uscire stare con gli amici e giocare con loro, anche ai video games, piuttosto che stare incollato ai social. Li uso quando serve e quanto basta. La pesca è una delle mie grandi passioni. Un hobby a cui mi sono affezionato fin da piccolo, con mio nonno e con mio padre. Pratico quasi tutti i tipi di pesca, nel rispetto della natura e degli animali, che mi piacciono. Ogni volta che posso vado a pesca, con tutta l’attrezzatura adeguata».
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