Inservibile la nave scuola del Nautico di Trieste: fondi della Regione per rottamarla
TRIESTE. La Umberto d’Ancona, la vecchia nave scuola dell’istituto Nautico, verrà rottamata. I fondi necessari per la demolizione e lo smaltimento verranno garantiti – su proposta dell’assessore alla Difesa dell’ambiente Fabio Scoccimarro – nella prossima manovra di assestamento di bilancio della Regione. Un contributo da 60 mila euro, già passato in quarta Commissione consiliare, «che ci consentirà – spiega soddisfatto il dirigente del Nautico Francesco Fazari – di non dover più sostenere circa 10 mila euro all’anno per mantenerla in una marina. Quella cifra potrà essere così reimpiegata a favore degli alunni e della loro formazione».
La piccola motonave Umberto d’Ancona – il suo scafo misura 24 metri – da tempo non è più utilizzata e giace in disarmo nel cantiere nautico Planis di San Giorgio di Nogaro. Ormai per il Nautico è un peso, il cui mantenimento grava sul bilancio.
La nave scuola era entrata a far parte del patrimonio dell’istituto del 2012. Era stata l’erede legittima e a lungo attesa del vecchio Borino, lo scafo in legno a bordo del quale per quasi mezzo secolo avevano imparato a navigare tanti studenti del Nautico.
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La Umberto d’Ancona era stata costruita nel 1967 su uno scalo del cantiere ligure di Riva Trigoso. Per più di un trentennio era stata la nave oceanografica del Cnr di Venezia. Lo scafo poi era stato posto in disarmo. Per rimetterla in mare a favore del Nautico, a Trieste si compì un piccolo miracolo, al quale contribuirono decine di aziende cittadine, tecnici, operai, gli stessi professori del Nautico. Un lavoro di squadra, dove ognuno aveva dato il proprio contributo: da chi aveva concesso l’uso del suo bacino di carenaggio a chi aveva lavorato alla revisione dei motori o aveva fornito il materiale necessario. Così la motonave era tornata a navigare, garantendo agli alunni una sorta di aula galleggiate, dove fare diretta esperienza, dove passare dalla teoria alla pratica. A bordo erano disponibili una quindicina di cuccette, una sala mensa, cucina, docce, laboratori. Il restauro era avvenuto all’interno dell’Arsenale San Marco.
«L’Istituto Nautico sposa la storia di Trieste e ne interpreta il glorioso passato e gli orizzonti di sviluppo», constata Scoccimaro. L’assessore, che precisa come «l’impegno per la rottamazione della Umberto D’Ancona andrà a risolvere da un lato un problema economico e dall’altro un problema ambientale», anticipa che intende «intavolare con il presidente e gli altri assessori della giunta competenti, il progetto di una nuova imbarcazione, ecosostenibile, degna del prestigio e della formazione degli allievi del Nautico di Trieste, unico istituto di questo tipo nella nostra Regione». Sognando in grande, Scoccimarro pensa a come «questa imbarcazione potrebbe anche portare messaggi ambientali della nostra regione, sulla base dei concetti del Memorandum firmato a Trieste sullo sviluppo sostenibile della nostra area geografica».
«Per ora non abbiamo individuato una nuova imbarcazione da rilevare, ci guarderemo attorno, con un’attenzione particolare anche ai beni sequestrati», precisa Fazari. Il Nautico intanto si gode il progetto di restauro straordinario delle due lance a remi storiche dell’istituto.