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Pordenone Fc, il sogno di Filippini: «Chiudo qui la carriera, poi allenerò»

È stato uno dei primi ad aver aderito al progetto, a rispondere “sì” alla chiamata. E sarà uno dei giocatori che farà maggiormente sognare i tifosi. Alberto Filippini è tornato con grande entusiasmo a Pordenone, dove nel 2015-2016 aveva disputato in Serie C una delle sue migliori stagioni tra i “pro” (in cui conta quasi 300 presenze). Da tempo stabilitosi in città, l’attaccante classe 1987 è pronto a un ruolo alla Francesco Totti per lanciare i neroverdi verso la conquista immediata dell’Eccellenza.

«Voglio chiudere qui la mia carriera in bellezza, per poi cominciare ad allenare», ha detto.

A proposito: indosserà i panni di tecnico già dalla prossima stagione, guidando una squadra dell’attività di base dei ramarri, giusto?

«Sì, è così, comincerò dal vivaio, il cui comando l’ha preso il mio ex compagno di squadra e amico Mirko Stefani, con cui ho collaborato in occasione del suo camp estivo. Con la società ho impostato un progetto a lungo termine. Pochi anni fa ho conseguito il patentino Uefa B. In prospettiva il mio obiettivo è sicuramente sedere su una panchina».

Prima vuole portare il Nuovo Pordenone Fc in categorie più prestigiose rispetto alla Promozione?

«Al club ho detto che sicuramente giocherò il prossimo torneo, poi vedremo. Io vorrei completare qui il mio percorso da calciatore e vorrei chiuderlo in bellezza. Punto a vincere con questa maglia, che rappresenta un valore aggiunto, pur con la consapevolezza che non sarà facile. Sappiamo che dovremo metterci qualcosa per farlo».

Dalla serie B, in cui debuttò a 18 anni con l’Atalanta, alla Promozione a 37 anni: che cosa l’ha convinta del progetto dei neroverdi?

«Nonappena ho saputo della rinascita del club, ho subito sperato in una chiamata, che è poi arrivata. Ho parlato col presidente, Gian Paolo Zanotel, e col mister, Fabio Campaner, e abbiamo trovato l’accordo. Ho visto un progetto serio. Oltre a questo a Pordenone sono legato. Ci vivo stabilmente dal 2019, quando sono tornato in città dopo le esperienze di Cosenza e Fano. Al tempo andai a Chions, quindi l’esperienza al Portomansuè. Dopo quasi dieci anni, sono di nuovo in neroverde».

La stagione 2015-2016, con Bruno Tedino in panchina, fu indimenticabile: da ripescati alla semifinale play-off col Pisa di Rino Gattuso. E lei segnò 8 gol.

«Una delle mie migliori stagioni in uno dei migliori gruppi in cui sono mai stato. Si era creato uno splendido mix tra giovani, vecchi, staff, città e tifosi. E poi giocavamo bene».

Al tempo giocava da attaccante, ruolo inventatole da Tedino. Campaner le prospetta un ruolo alla Totti, con lei pronto muoversi vicino all’altra punta e a imbeccarla. Le piace?

«Non ho una preferenza di ruolo, tra centrocampo e reparto avanzato sono stato impiegato in più posizioni. Però sì, mi piace “lanciare” i compagni».

Il nuovo numero 10 dei ramarri (c’è da scommetterci che vestirà quel numero) è pronto a far sognare i tifosi. La classe per riuscirci certamente non gli manca. —

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