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Anoressica dopo gli abusi, zio condannato a 7 anni di galera

Aveva 11 anni quando lo zio, che abita nella bifamiliare accanto alla sua, ha iniziato ad andare a trovarla mentre era da sola. Le diceva, in modo subdolo, che le avrebbe fatto imparare dei giochi e che da grande le sarebbero serviti. Solo che quei giochi hanno avuto un contraccolpo psicofisico devastante sulla ragazzina (oggi maggiorenne) che si apprestava ad entrare nell’età dell’adolescenza. Oggi un uomo di circa 60 anni, operaio, residente in un comune della Castellana, è stato condannato a 7 anni di galera. Era accusato del pesantissimo reato di atti sessuali con minorenne.

Per sei anni, dal 2014 al 2019, avrebbe abusato della nipote con baci, palpeggiamenti nelle parti intime e atti di autoerotismo reciproco. Una storia triste, scoperta a scuola, nel 2019, quando la ragazza, sfiancata da una pressione psicologica interiore devastante, ha deciso di confidarsi con la psicologa della sua scuola. Era diventata anoressica: tutto il cibo che ingeriva lo vomitava. «Sono diventata così perché mio zio abusa di me», ha detto.

Così, da quella denuncia è partita un’inchiesta del sostituto procuratore Mara Giovanna De Donà che ha portato a processo un operaio della Castellana. La vicenda ha devastato le due famiglie. L’operaio ha sempre respinto ogni accusa. Al termine della discussione di oggi, (il pm in requisitoria aveva chiesto la condanna dell’imputato a 7 anni e 6 mesi) il collegio dei giudici presieduto da Francesco Sartorio ha condannato l’operaio a 7 anni, disponendo che il risarcimento venga deciso in un separato procedimento civile ma riconoscendo alla ragazza una provvisionale di 20.000 euro.

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