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Quattro esperti dicono “no” alla porcilaia di Majano: «Attività potenzialmente pericolosa per la salute umana e l’ambiente»

Quattro esperti dicono “no” alla porcilaia di Majano: «Attività potenzialmente pericolosa per la salute umana e l’ambiente»

foto da Quotidiani locali

MAJANO. Continuano le adesioni alla petizione del Comitato “No porcilaia – Salviamo Casasola” arrivate ormai a quota 800.

Oltre alla raccolta firme, il sodalizio, nato per contrapporsi all’iniziativa di un’azienda agricola che intende convertirsi all’allevamento di suinetti (rispetto alle precedenti bovine da latte) a un passo dalle case della frazione (le più vicine distano appena 100 metri dal sito zootecnico), nel corso delle ultime settimane ha lavorato sottotraccia per mettere insieme eminenti pareri a sostegno della propria posizione.

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Ne è risultato un documento di 12 pagine, fitto di dati, che è stato consegnato all’amministrazione comunale nel corso dell’ultimo tavolo tecnico, tenutosi giovedì della scorsa settimana. Un incontro lampo, aggiornato al 13 settembre prossimo per consentire tanto all’amministrazione comunale, che ad Asufc e Arpa, di prendere visione dei documenti.

Quattro pareri redatti rispettivamente da Alessandro Fassò, docente dell’università di Bergamo, Sirio Rossano Secondo Cividino, professore associato dell’università San Raffaele di Roma, da Iside Italia – medici per l’ambiente e infine da Claudio Ravotti, presidente del comitato gruppo Isola 2021 della provincia di Cuneo.

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I pareri portano tutti alla stessa conclusione: «L’ammoniaca, le polveri sottili, i nitrati, le zoonosi e le pandemie sono solo alcuni dei fattori certi di rischio che rendono l’attività potenzialmente pericolosa sia per l’ambiente che per la salute umana» si legge nelle conclusioni del documento. Considerazioni sufficienti, secondo il comitato, per mettere il sindaco in grado di intervenire in via anticipata attraverso provvedimenti inibitori, in applicazione dei principi di prevenzione e precauzione.

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Non è tutto. Il comitato rileva anche vizi procedurali, vale a dire che il progetto proposto andrebbe valutato sulla base della massima potenzialità dell’allevamento e non sulle mere dichiarazioni rese dall’allevatore relativamente al numero di capi (mille come detto) che verrebbero ospitati a Casasola. Si profilerebbe così la possibilità di un assoggettamento a Via della richiesta di conversione nonché all’applicazione del Prgc che per gli allevamenti a carattere intensivo prescrive precise distanze dall’abitato.

Le corpose osservazioni vogliono offrire un assist al sindaco, che dal canto suo si è presa il tempo necessario per approfondirle con il supporto del legale del Comune. «Faremo tutte le valutazioni del caso – ha garantito la prima cittadina di Majano, Elisa De Sabbata – e ci ritroveremo il 13 settembre sperando in quell’occasione di riuscire a trovare una soluzione. L’auspicio è che in base a questi nuovi pareri si possa trovare una definizione della vicenda che tuteli anzitutto la salute delle persone».

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