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Corruzione a Venezia, Boraso nega le tangenti: «Sempre corretto»

Corruzione a Venezia, Boraso nega le tangenti: «Sempre corretto»

Parla l’avvocato Pauro: «Preoccupato per la sua famiglia». Interrogatori tra venerdì e sabato. In cella anche Ormenese, il legale: «È tranquillo»

«Provato» dalla vicenda ma anche «determinato» a dimostrare l’estraneità alle accuse. Renato Boraso, assessore alla Mobilità in carcere da due giorni a Padova, ha ricevuto il 17 luglio la visita del suo difensore, l’avvocato Umberto Pauro.

Un incontro rapido, spiega il legale: «Ha dimostrato questa intenzione, deciderà lui nei prossimi giorni, la valutazione è comunque in corso: molto dipenderà anche dai tempi e dalle modalità», conferma il suo difensore, «l’ho visto provato e molto preoccupato per la sua famiglia, per sua moglie, per sua madre e i suoi figli. Ma al tempo stesso l’ho visto determinato a dimostrare che il suo operato è sempre stato corretto».

Nei prossimi giorni, il legale studierà tutte le carte della Procura finite al centro della richiesta di misure cautelari. L’interrogatorio di garanzia è previsto tra venerdì 19 e sabato 20 luglio, al termine quindi dei cinque giorni (decorrenti da martedì) previsti dal codice di procedura penale in caso di emissione di misura cautelare.

Sempre venerdì è in programma l’interrogatorio di garanzia dell’imprenditore Fabrizio Ormenese, difeso dall’avvocato Massimo Pavan e da Leonardo De Luca. «Dopo l’incontro di ieri, oggi avremo un colloquio più approfondito. Come l’ho visto? Tranquillo, nei limiti della situazione che sta vivendo», spiega l’avvocato Pavan a proposito del suo assistito, attualmente nel carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia.

Le parti interessate potranno accedere da oggi all’ordinanza del giudice per le indagini preliminari Alberto Scaramuzza che ha emesso le quindici misure cautelari. Ma anche all’intero fascicolo d’inchiesta della Procura di Venezia dopo le indagini portate avanti dai pubblici ministeri Roberto Terzo e Federica Baccaglini.

Una ventina i faldoni che compongono l’inchiesta, oltre 200 gigabyte di dati e intercettazioni realizzate nel corso degli ultimi tre anni, da quando cioè gli inquirenti hanno iniziato ad indagare in seguito agli esposti presentati dall’imprenditore trevigiano Claudio Vanin. Le richieste dei pubblici ministeri al gip per l’emissione delle misure cautelari sono invece contenute in ben 916 pagine.

In attesa di comunicazioni ufficiali a proposito della data dell’interrogatorio di garanzia restano anche gli altri indagati raggiunti da misura cautelare. Tra questi, l’imprenditore Daniele Brichese (difeso dall’avvocato Giuseppe Sacco), Alessandra Bolognini di Insula (attualmente ai domiciliari, è difesa dall’avvocato Carmela Parziale), l’imprenditore Matteo Volpato (difeso dall’avvocato Michele Tiengo), l’imprenditore Marco Rossini (difeso dagli avvocati Marco Borella e Tommaso Bortoluzzi).

Gli indagati raggiunti dalle misure cautelari dovrebbero comunque comparire nella giornata di venerdì davanti al giudice per le indagini preliminari.

Bisognerà vedere se qualcuno tra deciderà di parlare e di rispondere alle domande o se invece gli indagati decideranno di avvalersi della facoltà di non rispondere alle domande dei magistrati, in attesa di conoscere a fondo gli atti dell’inchiesta.

Una strada, quest’ultima, ipotizzata anche dagli avvocati difensori che puntano a prendersi tutto il tempo necessario per studiare a fondo le carte e capire su cosa si basino le pesanti accuse di corruzione mosse dalla Procura di Venezia prima di elaborare una adeguata strategia difensiva per i propri assistiti.

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