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Trieste, Alice riacquista la vista dopo 20 anni: «Sono nel paese delle meraviglie»

Trieste, Alice riacquista la vista dopo 20 anni: «Sono nel paese delle meraviglie»

foto da Quotidiani locali

TRIESTE. Non aveva mai potuto incrociare lo sguardo o ammirare il sorriso della sua nipotina, perché la 87enne Alice da venti anni aveva perso la vista. Ora, dopo un delicato intervento eseguito alla Clinica oculistica dell’ospedale Maggiore finalmente, è proprio il caso di dirlo, ha rivisto la luce. Una nuova vita, un mondo da riscoprire, voci che per la prima volta Alice ha potuto associare a un volto. E poi, dopo tanti anni, l’emozione di poter rivedere la propria figlia, le persone care, e scoprire per la prima volta, come dicevamo, il volto della nipotina che fino a quel momento aveva potuto solo accarezzare, immaginare.

Perse l’occhio destro da giovane

La signora Alice perse l’occhio destro in giovane età, in seguito a una grave infezione, che portò alla perdita completa del bulbo oculare, sostituito poi da una protesi. Da molti anni era affetta da una severa forma di cataratta, in uno stato così avanzato da rendere anche l’occhio sinistro praticamente cieco, consentendole di intravvedere a malapena la luce. Per questo motivo, era costretta a muoversi con estrema difficoltà, sempre sotto la tutela di un accompagnatore che la guidava.

Operazione del professor Tognetto

L’intervento al quale ora si è sottoposta – l’operazione è stata eseguita dal professor Daniele Tognetto, direttore della Clinica Oculistica di Asugi e direttore della Scuola di specializzazione in oftalmologia dell’Università di Trieste – era ritenuto particolarmente a rischio per le critiche condizioni dell’occhio e per la concomitante età avanzata della paziente. «L’operazione eseguita in anestesia locale – illustra con soddisfazione il professor Tognetto – è stata particolarmente impegnativa, poiché ha richiesto l’adozione di tecnologie avanzate per essere portata a termine».

Paziente incredula

«Sono Alice nel paese delle meraviglie», scherza la paziente a una settimana dall’intervento. «Uscendo dall’ospedale, il giorno dell’operazione – ricorda – camminando nel giardino interno ho intravisto una figura bianca, luminosa. Non capivo bene cosa fosse, ma poi ho capito che si trattava della statua della Madonna che si trova in quella zona verde, e con le lacrime agli occhi ho detto a mia figlia: ho visto la Madonna!».

«Siamo al settimo cielo, è un’emozione indescrivibile», commenta la figlia Layla. Che non dimenticherà mai l’immagine di sua madre, con la nipotina accanto che le indicava su un libro le lettere, quasi volesse insegnarle di nuovo a leggere».

L’intervento della cataratta

L’intervento di cataratta, pur non essendo banale, oggi viene eseguito con grande frequenza ed è abitualmente seguito da ottimi risultati, con una procedura standardizzata, che prevede l’utilizzo di gocce anestetiche. Tuttavia, una certa parte dei casi presenta difficoltà di vario grado, che devono essere affrontate da chirurghi esperti, utilizzando tecnologie avanzate.

«In questo caso – valuta Tognetto – l’intervento è stato effettuato con molti anni di ritardo per i timori della paziente, e l’eccessiva attesa ha determinato la trasformazione della cataratta in una forma in cui il cristallino assume una colorazione nera impenetrabile e una marcata mobilità. Per questo motivo il rischio di complicanze era molto elevato».

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