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One Hour Photo: l’album surreale delle Olimpiadi dei tennisti

Manca ormai sempre meno all’inizio del torneo olimpico di tennis, in programma allo Stade Roland Garros dal 27 luglio al 4 agosto: sul sito ufficiale delle Olimpiadi sono spuntate le foto “ufficiali”, tra mille virgolette, dei giocatori che parteciperanno a Parigi 2024. E nella maggior parte dei casi il risultato è piuttosto surreale. Selfie artigianali, immagini sgranate, foto segnaletiche di top 5 del circuito travestiti da delinquenti e, infine, ritratti di bambini ai quali- come in un classico quiz- bisognava disegnare il volto attuale: chi è questo cucciolo nella foto? Indovina il tennista.

Partiamo ad esempio dalla coppia italiana formata da Matteo Arnaldi e Lorenzo Musetti, uscita direttamente dalla scena di una serie TV anni ’90 ambientata in un liceo americano qualsiasi, coi mitici armadietti, cheerleader e prati perfetti. 

IL LINK CON LE FOTO DI TUTTI I GIOCATORI

Sui social network negli ultimi anni ha preso piede una specie di gioco, o per meglio dire un piccolo spettacolo a favore di smartphone, ambientato e costruito durante i festeggiamenti- felici e un po’ alcolici- di un matrimonio: il regista del gioco intervista i protagonisti della serata, confrontando- in maniera impietosa- i due momenti chiave dell’evento. Il primo e l’ultimo drink. E i relativi sguardi, prima lucidi e poi persi nel vuoto, e le relative voci, vispe all’inizio e un po’ trascinate alla fine, e infine i relativi outfit, che si stropicciano a colpi di brindisi e di gin tonic. 

I tennisti delle olimpiadi, se dessimo retta alle foto ufficiali, sarebbero tutti reduci dall’ultimo drink della serata: Swiatek si è dimenticata il sorriso a casa, Djokovic – irriconoscibile- ha palesemente sbagliato a calibrare lo zoom del selfie e si è fotografato solamente il naso, che evidentemente parteciperà da solo al torneo, senza il resto del corpo, Nadal sembra improvvisamente più vecchio dello zio che giocava nel Barcellona, Pegula ha appena commesso qualche delitto che andrà in onda su Netflix in un documentario “imperdibile e ricco di colpi di scena” (sogno prima o poi un documentario “noioso, se non avete niente di meglio da fare guardatelo ma non succede molto sinceramente”), Medvedev e Hurkacz sembrano usciti da Trainspotting mentre Mensik– con la mascella alla Fabio Capello e gli occhi piccoli- è sinceramente inquietante.

Stan Wawrinka
Katie Boulter

E poi troviamo Wawrinka in versione supereroe, Borges secchione, Boulter pettinata e allucinata, Cerundolo un po’ dannato- ma non per la sconfitta con Nole al Roland Garros- e Cocciaretto infastidita, e ancora, infine, un Murray opaco e arrugginito, protetto da una patina, in linea con la conclusione della carriera, un Seyboth Wild in versione “Fabio De Luigi”, una Bronzetti colta di sorpresa e un Sinner totalmente sgranato, vittima del peggiore dei “copia e incolla”.

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