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Il cyber caos di Windows riapre il tema della “sovranità digitale”: la Germania è già passata a Linux

Il cyber caos che ha riguardato i sistemi informatici di Windows ha riaperto il dibattito sulla necessità di una “sovranità digitale”. Dietro al caos informatico globale che sta avendo effetti su aeroporti, banche e media in tutto il mondo, c’è un società statunitense di cybersicurezza: la Crowdstrike. In particolare, ci sarebbe un difetto in uno […]

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Il cyber caos che ha riguardato i sistemi informatici di Windows ha riaperto il dibattito sulla necessità di una “sovranità digitale”. Dietro al caos informatico globale che sta avendo effetti su aeroporti, banche e media in tutto il mondo, c’è un società statunitense di cybersicurezza: la Crowdstrike. In particolare, ci sarebbe un difetto in uno dei suoi aggiornamenti per Windows.

“CrowdStrike sta lavorando attivamente con i clienti colpiti da un difetto riscontrato in un singolo aggiornamento dei contenuti per gli host Windows” di Microsoft mentre “gli host Mac e Linux non sono interessati”, ha riferito il ceo di CrowdStrike, George Kurtz, in un post su X, precisando che “non si tratta di un incidente di sicurezza o di un attacco informatico”.

Nei primi giorni di aprile, il ministro degli Affari digitali, Dirk Schröder, ha annunciato che l’apparato governativo della Germania rinuncerà a Windows per passare a Linux. Questa decisione va a innescare un altro cambiamento importante, con circa 30.000 dipendenti statali che passeranno da Microsoft Office a LibreOffice. Secondo Schröder, è importante per il Paese ottenere la propria “Sovranità digitale“, evitando di riversare troppo responsabilità su una singola azienda. Questa mossa apre una nuova era di sovranità digitale, miglioramenti nella sicurezza IT, ed efficienze di costo attraverso l’adozione di software open source.

Cambio strategico nella pubblica amministrazione tedesca: un modello

Il governo dello Schleswig-Holstein ha confermato che, oltre al passaggio a LibreOffice, tutti i sistemi operativi saranno migrati a Linux, con l’obiettivo di creare postazioni di lavoro digitalmente sovrane per circa 30.000 dipendenti statali. Questa transizione è sostenuta da un programma di formazione dedicato, che verrà aggiornato secondo necessità. I cambiamenti, a quanto pare, riguarderanno tutta una serie di software. Il dipendenti governativi del paese, infatti, sostituiranno Outlook con Thunderbird come client di posta elettronica, Exchange con Open Xchange e Sharepoint con Nextcloud.

Sovranità digitale: un vantaggio in termini di sicurezza ed economico

La sovranità digitale, un concetto valorizzato tanto quanto la sovranità energetica, emerge come un obiettivo fondamentale, sottolineando l’importanza di avere il controllo sui flussi di dati e di ridurre la dipendenza da software proprietari, specialmente quelli legati a servizi cloud. La migrazione verso l’open source non è solo una questione di indipendenza digitale, ma anche di economia. Il passaggio permetterà allo stato di ridirigere i fondi dalle licenze software a “servizi di programmazione reali dell’economia digitale domestica”, favorendo la creazione di posti di lavoro locali e rispondendo all’aumento dei costi delle licenze software proprietarie degli ultimi anni.

 

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