Caso di West Nile in Friuli, controlli sulle sacche di sangue: disposte trappole al confine con il Veneto
Controlli sulle sacche di sangue e sulla circolazione del virus West Nile veicolato dalle zanzare attraverso apposite trappole collocate su tutto il territorio regionale. Sono queste le due principali attività messe in campo in regione, con la collaborazione dei dipartimenti di prevenzione, per monitorare la diffusione del virus dopo la morte dell’anziana residente a Chions.
Trappole sono state posizionate anche in provincia di Udine, al confine con il comune veneto di San Michele al Tagliamento, zona dov’è stata rilevata la presenza di zanzare infette. A farlo sapere è stato l’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, che ha assicurato anche l’avvio di un’intensa attività sul fronte del controllo del sangue.
[[ge:gnn:messaggeroveneto:14490835]]
«Tutte le sacche di sangue della regione verranno controllate per la ricerca del virus West Nile» ha fatto sapere l’assessore che sta seguendo con attenzione l’evolversi della situazione. «Tutto il sistema della prevenzione si è attivato – ha detto ancora l’assessore –. Non dobbiamo sottovalutare la situazione, nemmeno però drammatizzare. Bisogna spiegare alle persone come stanno le cose, senza fare allarmismi, chiedendo loro di essere prudenti e applicare tutte le misure di prevenzione disponibili».
Si raccomanda, in particolare, di applicare zanzariere alle finestre e attivare il condizionamento almeno nelle stanze in cui si soggiorna, di indossare indumenti chiari e coprenti e di applicare prodotti anti-zanzare sulle parti che rimangono scoperte e ancora di svuotare di frequente vasi di fiori o contenitori con acqua stagnante.
Un pensiero, infine, l’assessore lo ha rivolto all’anziana deceduta all’ospedale di Pordenone dopo esser stata punta da una zanzara infetta. «Cordoglio e massima vicinanza – ha detto il titolare della delega alla Salute in seno alla giunta Fedriga –va ai familiari della donna di 80 anni di Chions deceduta all’ospedale di Pordenone, dopo essere stata affetta dal virus West Nile».
Il monitoraggio nel Pordenonese
Massima attenzione sul monitoraggio dell’andamento del virus anche da parte del Dipartimento di prevenzione della Regione. Il direttore Lucio Bomben fa sapere che sono state approvate e attivate tutte le misure di implementazione e supporto al Piano di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi, ovvero le malattie causate da virus trasmessi da vettori.
«Si tratta di una serie di precauzioni e azioni trasversali – spiega il direttore –, che permettono di monitorare in modo dettagliato le zone di rischio , oltre a dispensare consigli utili per tutelare la propria salute. In Regione la situazione è sotto controllo e mi sento di tranquillizzare i residenti». Come riporta Bomben le zone particolarmente attenzione e monitorate saranno, per il momento, quelle a confine con il vicino Veneto, dove sono stati accertati e registrati casi a Eraclea e a San Michele al Tagliamento.
Corre ai ripari anche il comparto dei donatori di sangue. Dopo aver appreso la notizia dell’infezione da West Nile nel pordenonese anche il Centro nazionale sangue dispone tutte le precauzioni del caso. «Abbiamo dato il via libera all’introduzione di tutte le misure di sicurezza per evitare la trasmissione del virus attraverso le donazioni di sangue raccolte nella provincia di Pordenone», ha spiegata il presidente del Centro, Vincenzo De Angelis.
I donatori che abbiano soggiornato anche solo per una notte nel pordenonese sono tenuti a sottoporsi a uno specifico esame, per escludere la presenza di eventuali anomalie nelle cellule, prima di donare. Si tratta di una possibile soluzione in alternativa al provvedimento di sospensione temporanea per ventotto giorni dell’attività di dono