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Nato a Udine e la laurea a Trieste, chi è il direttore del Casinò coinvolto nel caso corruzione a Venezia: tutti i nomi degli indagati

Un «vasto catalogo di anomalie» nella gestione amministrativa, «frequenti interferenze e commistioni con gli interessi economici delle molte società appartenenti al reticolo facente capo all’imprenditore Brugnaro». Ripetuti «conflitti di interesse» del sindaco dei suoi più stretti collaboratori, il capo di gabinetto e direttore generale Morris Ceron e il vice capo di Gabinetto Derek Donadini scelti tra i dipendenti delle società di Brugnaro gestite di fatto dal sindaco anche dopo la costituzione, alla fine del 2017, del blind trust che avrebbe dovuto, a detta dello stesso sindaco, eliminare il conflitto di interessi tra l’imprenditore e l’amministratore pubblico.

È questo il quadro complessivo che emerge dalle informative del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Venezia che puntellano l’inchiesta dei pubblici ministeri Roberto Terzo e Federica Baccaglini che ha portato all’arresto dell’ormai ex assessore Renato Boraso e che vede indagato, per corruzione in concorso insieme ai suoi due più stretti collaboratori, anche il sindaco Brugnaro relativamente alla sola vicenda dei Pili.

Trentadue indagati

Nel complesso sono indagate trentadue persone. Ai nomi già noti bisogna aggiungere il magnate di Singapore Ching Chiat Kwong e, tra gli altri, il direttore generale del Casinò, Alessandro Catarossi. Coinvolte 14 aziende private. Il quadro disegnato dall’inchiesta delinea un «conglomerato» di amministratori pubblici che tra loro programmano e condividono contenuti illeciti. Ne è un esempio - sempre stando alle indagini - il fatto che Brugnaro e i suoi due collaboratori fossero a conoscenza della condotte illecite di Boraso - che si faceva pagare con somme di denaro o regali per approvare varianti o aggiustare bandi - e nonostante questo non siano intervenuti per fermarlo.

1. BARZAZI Christian, nato a Venezia il 24.1.1976, residente a Dolo: imprenditore

2. BARZAZI David, nato a Venezia il 23.3.1978, residente a Padova: imprenditore

3. BENETAZZO Nievo, nato a Padova, il 29.12.1959, residente a Favaro Veneto: imprenditore

4. BOLOGNIN Alessandra, nata a Padova il 4.4.1968 e residente a Montegrotto Terme: direttore generale di IVE

5. BORASO Renato, nato il 16.10.1968 a Venezia: assessore comunale a Venezia

6 BOTTAZZO Alvise, nato a Mirano il 24.11.1983, residente a Mira: imprenditore

7. BRICHESE Daniele, nato a San Stino di Livenza, il 29.3.1962, residente a Favaro Veneto: imprenditore

8. BRUGNARO Luigi, nato Mirano il 13.9.1961, residente in Mogliano Veneto: sindaco di Venezia

9. CACCO Fabio, nato a Mira, il 2.6.1961, residente a Venezia: responsabile appalti Avm Actv

10. CASTELLANO Gaetano, nato a Gela il 19.3.1959 e residente a Venezia

11. CATTAROSSI Alessandro, nato a Udine il 29.10.1972, residente a Quarto D'Altino: direttore generale del Casinò di Venezia

12. CERON Morris, nato a Motta di Livenza il 16.4.1977 residente a Oderzo: capo gabinetto Comune Venezia

13. CHING Chiat Kwong, nato a Singapore il 25.11.1965: il magnate al centro della trattativa per l’area dei Pili

14. COMELATO Stefano, nato a Mirano, il 18.6.1965, residente a Martellago: imprenditore

15. COSTANTINI Helio, nato a Venezia il 23.1.1974: imprenditore

16. FRANCESCHIN Elena, nata a Mirano il 21.11.1973 e residente Zero Branco: imprenditore

17. DONADINI Derek, nato a Venezia il 6.11.1970, residente a Casale sul Sile: vice gabinetto Comune Venezia

18. GISLON Carlotta, nata a Venezia il 17.9.1981

19. GISLON Francesco, nato a Venezia il 28.9.1952, residente a Montebelluna: imprenditore

20. LOTTI Luis Carlo Antonio, nato in Messico il 22.4.1976, residente a Firenze: referente di Kwong a Venezia

21. MILANESE Nicola, nato a Venezia, l'8.11.1969, residente ad Albignasego: imprenditore

22. ORMENESE Fabrizio, nato a Dolo il 14.11.1965, residente a Jesolo: imprenditore

23. PASQUALETTO Fabiano, nato a Mira il 11.07.1953, residente a Venezia: architetto

24. PICCOLO Francesco, nato il 12.01.1958 a Dolo, residente a Venezia: imprenditore

25. PIZZOLATO Sergio, nato a Villorba l'11.7.1951, residente a Miane-Combai

26. PIZZOLATO Stefano, nato a Montebelluna 18.4.1980, residente a Carbonera: imprenditore

27. ROSSINI Marco, nato a Venezia il 9.1.1965, domiciliato a Mogliano Veneto: imprenditore

28. SALIS Filippo, nato a Sassari il 20.3.1976, domiciliato a Pavia: imprenditore

29. SENO Giovanni, nato a Udine il 28.4.1961, residente a Mogliano Veneto: ad Avm Actv

30. TURRO Silvano, nato a Lonigo l'1.11.1960, residente a Gambellara: imprenditore

31. VIDAL Gianluca, nato a Venezia il 6.3.1963: commercialista

32. VOLPATO Matteo, nato a Venezia il 4.8.1955: imprenditore

Colloqui su Signal

Dall’indagine emerge anche che dal marzo del 2023, dopo un’acquisizione di atti da parte della Finanza per la vicenda di Palazzo Poerio Papadopoli, Cerron e Donadini temevano di essere intercettati iniziando a comunicare con l’app Signal. Dalle riunioni con il sindaco invece venivano allontanati i telefoni, per paura che vi fossero installati trojan, programma di ascolto.

Già a gennaio, Brugnaro aveva così rimproverato Ceron, al telefono: «Se accendi il cervello tipo me…magari ci svegliamo i un atimo, insomma… Ma non devi dirmelo così...ti ho detto vieni qui». In un’altra occasione, rivolgendosi a Boraso: «Pensa prima di parlare, soprattutto al telefono, c’è gente seria come me che shhh (sembra fare il segno del silenzio, annota la Finanza) …ricordati la gente parla…e di te hanno parlato tanto…te l’ho già detto un’altra volta».

Gli sponsor della Reyer

Le carte raccontano anche come nel corso degli ultimi anni la qualifica di società sponsor della Reyer sia stata ritenuta dagli alti amministratori, funzionari e dirigenti di Ca’ Farsetti o delle società partecipate, come elemento di aiuto per le aggiudicazioni di gare e per il mantenimento dei rapporti di fornitura. Per esempio il direttore generale di Avm, Giovanni Seno (indagato), prima di estromettere una ditta inadempiente dall’elenco dei fornitori, decide di consultarsi con lo staff del sindaco - «la situazione potrebbe avere profili di delicatezza» - e poi decide per una posizione di favore dell’imprenditore.

Nel mirino anche gli affidamenti diretti di Avm ad Alilaguna per il trasporto pubblico locale e i finanziamenti alla Reyer della Setten - che Brugnaro, sempre stando alle indagini, avrebbe voluto imporre per i lavori ai Pili - che dal 2015 a oggi ha ottenuto 11 commesse per oltre 150 milioni di euro mentre nel precedente decennio gli incarichi erano stati per 37 milioni di euro. Approfondimento che comunque non ha portato per ora a contestazioni della Procura.

Le imprese sotto indagine

1. STELLA CONSULTING sris,

2. PARK 4.0 srl,

3. TECNOFON srl,

4. CDS srl,

5. ISTITUTO VIGILANZA PRIVATA CASTELLANO srl,

6. TREVISO IMMOBILIARE srl,

7. SAN GABRIELE srl,

8. OPEN SOFTWARE srl,

9. OPEN SERVICE srl, (

10. LIVING srl,

11. GREEN HOUSES srl,

12. IMMOBILIARE BARCHE srl,

13. MA.FRA. GESTIONI srl,

14. JUST FOR YOU srl,

L’affare Pili

Nelle carte della Procura emerge, nel dettaglio, anche il contenuto dell’esposto presentato dall’imprenditore trevigiano Claudio Vanin, vertice della Sama Global. Anche lui iscritto nel registro degli indagati per la presunta tangente da lui effettuata a favore dell’assessore Boraso nell’ambito dell’acquisto di palazzo Poerio Papadopoli pagata da una società intestata a suo figlio.

Per la Procura, però, nel suo esposto sono contenuti gli elementi che hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati il sindaco Ceron e Donadini. Il caso riguarda la trattativa per i Pili. E la commistione tra interessi privati e pubblici. L’interessamento di Ching Kwong per l’area nasce nella primavera del 2016.

I protagonisti, per come ricostruito nell’esposto, sono il sindaco accompagnato da Ceron, Luis Lotti (rappresentante in Italia del magnate di Singapore) oltre allo stesso Vanin. Con il passare dei mesi, ai potenziali acquirenti viene comunicato da due commercialisti di fiducia del primo cittadino che l’interlocutore formale da parte venditrice non sarebbe più stata la società proprietaria dei terreni, quindi Porta di Venezia, ma un trust in via di costituzione. Anche dopo quella comunicazione, però, gli interlocutori rimarranno sempre il sindaco e i suoi collaboratori, Donadini e Ceron.

Il Palasport come a Berlino

Destinata ad attività come parchi e parcheggi, lo staff del sindaco avrebbe garantito il cambio di destinazione dell’area dei Pili usando come pretesto l’edificazione di un palasport che sarebbe poi stato dichiarato opera di pubblico interesse così da beneficiare della legge sugli stadi. La trattativa procede, sempre secondo la Procura, prescindendo dai ruoli formali nella società Porta di Venezia e quindi coinvolgendo in prima persona il sindaco «dominus reale della società al di là dell’effimero blind trust in corso di allestimento».

Infatti, anche quando il primo cittadino era assente, Donadini rivestiva comunque il ruolo di rappresentante di Porta di Venezia mentre Ceron era l’ “alter ego” di Brugnaro con compito di risolvere eventuali problemi. Come quello dell’edificabilità. Una prima versione dell’impianto prevedeva 10 mila posti. Troppo pochi, tant’è che il numero viene portato a 16 mila dopo un viaggio a Berlino in visita alla Mercedes Arena. Il prezzo del palazzetto viene stimato in 57 milioni di euro e, secondo gli accordi, sarebbe stato successivamente ceduto alle società del sindaco in permuta parziale del prezzo del terreno.

Il raddoppio della edificabilità

La quadra sull’aumento dei costi relativi al palazzetto sarebbe poi stata trovata garantendo il raddoppio dell’edificabilità. La tesi dell’accusa è che il prezzo della corruzione promesso dall’acquirente era legato al plus valore che la variazione urbanistica avrebbe determinato sui terreni inquinati, acquistati nel 2006 a 5 milioni e valorizzati fino a 150 milioni. Non solo. Nel corso della trattativa, sarebbe emersa una pesante interferenza per garantire un subappalto alla società Setten, a sua volta sponsor della Reyer. La trattativa, con tanto di bozze contrattuali, si arresta bruscamente a inizio 2018.

Tre i motivi di questo stop. Il primo riguarda il problema delle bonifiche. Il secondo è la richiesta avanzata all’acquirente di un anticipo di 10 milioni sull’operazione. Infine, tutto si arena quando la trattativa diventa di dominio pubblico nel febbraio del 2018 e finisce al centro di articoli di giornale.

Gli interrogatori

Si sono tenuti i primi interrogatori di garanzia. L’assessore Boraso (avvocato Umberto Pauro), si è avvalso della facoltà di non rispondere in attesa di studiare le carte dell’accusa. Stesso discorso per Fabrizio Ormenese. Difeso dall’avvocato Leonardo De Luca, ha spiegato che intende chiarire le contestazioni una volta esaminato il fascicolo. Alessandra Bolognin di Insula, difesa dall’avvocato Carmela Parziale, ha invece spiegato di aver sempre seguito le procedure previste.

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