Decreto Salva-casa per 800 mila edifici in Veneto: ecco cosa prevede
Licenziato dal Consiglio dei ministri, spinto in avanti, una volta superato pure “l’ostacolo” della fiducia al governo, ieri è arrivato il primo via libera dalla Camera dei deputati.
Primo passaggio per la conversione in legge del decreto Salva-casa, battaglia del leader del Carroccio Matteo Salvini, che ora dovrà necessariamente essere approvato anche dal Senato, entro il 28 luglio, per diventare effettivamente legge dello Stato.
A Montecitorio, i voti a favore sono stati 155, contro i 79 contrari. Nove, invece, gli astenuti: parlamentari di Italia Viva e Azione.
In Veneto
800 mila case interessate In Veneto, si parla di circa 800 mila abitazioni potenzialmente interessate, pari all’80% del patrimonio immobiliare dell’intera regione. T
utte accomunate dalla sussistenza di piccoli abusi edilizi; e, di conseguenza, tutte potenzialmente interessate dal nuovo decreto di stampo leghista. Il dato è frutto della stima fatta dall’Ance del Veneto, l’associazione dei costruttori, secondo cui la stragrande maggioranza degli edifici residenziali in regione presenta dei piccoli “vizi”: piccoli, sì, ma capaci di rendere quelle stesse strutture invendibili.
Cosa prevede il Salva-casa
Il nuovo decreto, che fin dall’inizio è stato osteggiato dalle opposizioni, nasce con l’obiettivo di semplificare i percorsi di sanatoria di questi abusi. Eliminando la necessità di ottenere le certificazioni per i piccoli interventi di edilizia, snellendo le procedure per il cambio di destinazione d’uso degli immobili ed estendendo i limiti di tolleranza, con riferimento alle difformità dai progetti iniziali.
Via libera, poi, all’agibilità per i “micro appartamenti” già dai 20 metri quadrati, e non più dai 28. E viene ampliato il ventaglio degli interventi in edilizia libera possibili senza autorizzazioni.
Ma a interessare gli edifici del Veneto sono soprattutto le possibilità di sanatoria: dalla regolarizzazione degli interventi edilizi eseguiti in parziale difformità (anche essenziale) dai progetti, fino al condono degli interventi soggetti a vincoli, privi dell’accertamento della compatibilità paesaggistica.
I dati provincia per provincia
E tra i parlamentari di opposizione si parla, con fastidio, di «sanatorie ad ogni costo», ma anche di provvedimento demagogico, più che di aiuto vero per la residenzialità pubblica. In ogni caso, in Veneto, a beneficiarne potrebbero essere quattro proprietari di casa su cinque.
Si parla di 160 mila edifici potenzialmente interessati nel Padovano, di 152 mila nel Veronese, di 136 mila nel Vicentino, di 128 mila nel Trevigiano, di 120 mila nel Veneziano, di 56 mila nel Bellunese e di 48 mila nel Rodigino.
Il dibattito in Parlamento
Tra Camera e Senato, la battaglia è portata avanti sostanzialmente dai parlamentari della Lega.
E infatti il deputato, e segretario veneto del partito, Alberto Stefani la definisce «una pratica di semplice buonsenso e una misura che permette a milioni di italiani di risolvere i problemi di una vita e, allo stesso tempo, allo Stato di incassare oneri e snellire gli uffici pubblici, spesso soverchiati di pratiche».
Mentre i consiglieri che siedono all’opposizione continuano a criticare la proposta, promettendo battaglia a palazzo Madama.
«Si chiama “Decreto Salva-casa”, ma l’unica cosa che salva è la rendita immobiliare» punge la deputata trevigiana Rachele Scarpa, del Pd.
«Sono stati bocciati tutti i nostri emendamenti per realizzare un piano straordinario di edilizia residenziale pubblica, limitare la crescita esponenziale nelle città dei bed & breakfast, contrastare il caro affitti, aumentare l'offerta di alloggi per gli universitari fuori sede e sostenere i giovani per l'acquisto della prima casa» dice la dem, elencando quanto non è stato recepito nel corso del dibattito in commissione, nonostante i tentativi della minoranza di fornire il proprio contributo.
«Il diritto all’abitare non fa neanche lontanamente parte di questo decreto. Rimangono invece le numerose sanatorie, come il non dover dimostrare la doppia conformità delle opere difformi realizzate o la possibilità di dichiarare abitabili, e dunque affittabili, i loculi da 20 metri quadrati.
E Salvini ha la faccia tosta di prenderci in giro e sostenere che sono misure in favore degli studenti e dei giovani lavoratori: così finalmente potremo pagare 900€ al mese l’affitto di stanze degne delle case per le bambole».